Città del Vaticano , domenica, 10. novembre, 2024 0:26 (ACI Stampa).
“Oggi il Vangelo della liturgia ci parla di Gesù che, nel tempio di Gerusalemme, denuncia davanti al popolo l’atteggiamento ipocrita di alcuni scribi. A questi ultimi era affidato un ruolo importante nella comunità d’Israele: leggevano, trascrivevano e interpretavano le Scritture. Perciò erano tenuti in grande considerazione e la gente prestava loro riverenza”. Con queste parole, oggi, Papa Francesco ha cominciato la sua meditazione all'Angelus domenicale di mezzogiorno.
Parte, come sempre dalla pagina del Vangelo, Papa Francesco, che continua: “Al di là delle apparenze, però, spesso il loro comportamento non corrispondeva a ciò che insegnavano. Alcuni, infatti, forti del prestigio e del potere di cui godevano, guardavano gli altri “dall’alto in basso”, si davano delle arie e, nascondendosi dietro una facciata di finta rispettabilità e di legalismo, si arrogavano dei privilegi e arrivavano persino a commettere veri e propri furti a danno dei più deboli, come le vedove”.
Persone “corrotte” così le definisce Papa Francesco, gli scribi. Persone - che come Gesù stesso raccomanda - alle quali “stare alla larga”. E aggiunge: “Anzi, con la sua parola e il suo esempio, come sappiamo, insegna cose molto diverse sull’autorità. Ne parla in termini di sacrificio di sé e di servizio umile di tenerezza materna e paterna nei confronti delle persone, specialmente di quelle bisognose. Invita chi ne è investito a guardare gli altri, dalla propria posizione di potere, non per umiliarli, ma per risollevarli, dando loro speranza e aiuto”.
La pagina del Vangelo, allora, diviene motivo di guardare al presente e di chiedersi: “Io come mi comporto nei miei ambiti di responsabilità? Agisco con umiltà, oppure mi faccio vanto della mia posizione? Sono generoso e rispettoso con le persone, oppure le tratto in modo sgarbato e autoritario? E con i fratelli e le sorelle più fragili, sto loro vicino, so chinarmi per aiutarli a rialzarsi?”.