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Papa Francesco all'Angelus: "Stare alla larga" dagli ipocriti

L'Angelus di oggi di Papa Francesco

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“Oggi il Vangelo della liturgia ci parla di Gesù che, nel tempio di Gerusalemme, denuncia davanti al popolo l’atteggiamento ipocrita di alcuni scribi. A questi ultimi era affidato un ruolo importante nella comunità d’Israele: leggevano, trascrivevano e interpretavano le Scritture. Perciò erano tenuti in grande considerazione e la gente prestava loro riverenza”. Con queste parole, oggi, Papa Francesco ha cominciato la sua meditazione all'Angelus domenicale di mezzogiorno.

Parte, come sempre dalla pagina del Vangelo, Papa Francesco, che continua:  “Al di là delle apparenze, però, spesso il loro comportamento non corrispondeva a ciò che insegnavano. Alcuni, infatti, forti del prestigio e del potere di cui godevano, guardavano gli altri “dall’alto in basso”, si davano delle arie e, nascondendosi dietro una facciata di finta rispettabilità e di legalismo, si arrogavano dei privilegi e arrivavano persino a commettere veri e propri furti a danno dei più deboli, come le vedove”.

 

Persone “corrotte” così le definisce Papa Francesco, gli scribi. Persone - che come Gesù stesso raccomanda - alle quali “stare alla larga”.  E aggiunge: “Anzi, con la sua parola e il suo esempio, come sappiamo, insegna cose molto diverse sull’autorità. Ne parla in termini di sacrificio di sé e di servizio umile di tenerezza materna e paterna nei confronti delle persone, specialmente di quelle bisognose. Invita chi ne è investito a guardare gli altri, dalla propria posizione di potere, non per umiliarli, ma per risollevarli, dando loro speranza e aiuto”.

La pagina del Vangelo, allora, diviene motivo di guardare al presente e di chiedersi: “Io come mi comporto nei miei ambiti di responsabilità? Agisco con umiltà, oppure mi faccio vanto della mia posizione? Sono generoso e rispettoso con le persone, oppure le tratto in modo sgarbato e autoritario? E con i fratelli e le sorelle più fragili, sto loro vicino, so chinarmi per aiutarli a rialzarsi?”.

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Papa Francesco ha poi ricordato la figura di Don Giuseppe Torres Padilla, cofondatore della Congregazione delle Suore della Compagnia della Croce, beatificato ieri. Ha espresso poi la sua vicinanza alla popolazione dell'isola Flores, in Indonesia, "colpita dall'eruzione di un vulcano". Preghiera anche per Valencia per le conseguenze dell'alluvione. Così come è preoccupato "per le notizie che arrivano dal Monzambico". Il Papa fa riferimento ai recenti disordini dopo le elezioni. 

Immancabili gli appelli per la pace: ricorda l'Ucraina; la Palestina; il Libano; Myanmar e il Sudan.