Città del Vaticano , sabato, 9. novembre, 2024 13:00 (ACI Stampa).
“Sono lieto di incontrarvi in occasione del 65° anniversario di fondazione della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue (FIDAS), animata dall’impegno silenzioso di migliaia di donatori in tutto il Paese. Vorrei fermarmi con voi a riflettere per un momento su tre aspetti della vostra attività: la gioia, la testimonianza e la solidarietà”. Così Papa Francesco ha salutato stamane, in aula Paolo VI, i Membri della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue (FIDAS) in occasione del 65° anniversario della fondazione dell’istituzione.
Papa Francesco ha voluto con loro soffermarsi su tre punti fondamentali della loro attività: la gioia, la testimonianza e la solidarietà. La “gioia e positività sono caratteristiche frequenti negli ambienti del volontariato e più in generale tra le persone impegnate per il bene degli altri” - così precisa il Papa - perché “il dono dà gioia, perché in esso tutta la nostra vita cambia e fiorisce, entrando nella dinamica luminosa del Vangelo, in cui ogni cosa trova il suo senso e la sua pienezza nella carità”. Il secondo elemento è la testimonianza: “In un mondo inquinato dall’individualismo, che spesso vede nell’altro più un nemico da combattere che un fratello da incontrare, il vostro gesto disinteressato e anonimo è un segno che vince l’indifferenza e la solitudine, supera i confini e abbatte le barriere”. Infine, il terzo, la solidarietà: “Chi segue il sangue arriva al cuore, fisicamente, ma anche spiritualmente: arriva cioè al «centro unificatore [...] della persona» - il Papa cita la sua ultima Enciclica Dilexit nos - dove si incontrano «la valorizzazione di sé e l’apertura agli altri», al luogo per eccellenza della riconciliazione e dell’unità”. Papa Francesco, a riguardo, ha invitato i donatori di sangue a vivere la donazione, “oltre che come un atto di generosità umana, anche come un cammino di crescita spirituale sulla via della solidarietà che unisce in Cristo, come un dono al Signore della Misericordia, che si identifica con chi soffre”.