Città del Vaticano , venerdì, 19. febbraio, 2016 12:19 (ACI Stampa).
Dopo gli ultimi articoli sulla stampa australiana che parlano di una “indagine della Polizia Vittoriana” (cioè, dello Stato di Vittoria, ndr) sul cardinal George Pell per aver offeso le vittime, il Cardinal George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia, si difende con forza, e chiede una inchiesta sulla fuga di notizie, avvenute in un tempo sospetto in quanto il cardinale “è chiamato a dare prove alla Royal Commission in solo una settimana”.
“Il momento in cui questi leaks sono stati consegnati alla stampa è chiaramente designato a creare il massimo danno al Cardinale e alla Chiesa cattolica e mina il lavoro della Royal Commission”, si legge in una dichiarazione inviata dalla segreteria del Cardinale Pell.
La Royal Commission è l'Australia’s Royal Commission of Inquiry into Institutional Child Sex Abuse. È di fronte a questa commissione che il Cardinal Pell è comparso due volte, con l’accusa di aver coperto preti pedofili quando era arcivescovo. È davanti a questa commissione che il Cardinale ha negato ogni addebito.
“E’ oltraggioso – si legge nello statement – che queste accuse siano giunte all’attenzione del cardinale solo attraverso un leak ai media. Queste accuse non dettagliate non state mosse al Cardinale dalla polizia e le false accuse oggetto dell'investigazione dal giudice Southwell sono state ignorate dalla polizia per oltre 15 anni, nonostante il modo molto trasparente in cui sono state affrontate dal Cardinale e dalla Chiesa Cattolica”.
Per questo, il Cardinal Pell chiede “una inchiesta pubblica” sulla fuga “di queste accuse spurie” operate da parte di “elementi della Polizia Vittoriana”, chiaramente “destinate a imabarazzare il cardinale, in uno studio in cui gli errori storici della Polizia Vittoriana sono stati soggetti a una sostanziale evidenza”. Perché – si legge ancora nel comunicato – “questi tipi di attacco sleale diminuiscono il lavoro di quei bravi ufficiali di polizia che stanno lavorando diligentemente per portare giustizia alle vittime”.