Ma chi era stato? La voce che si sparse subito è che fossero stati degli aerei S79 in dotazione alla Repubblica di Salò e partiti da Viterbo.
Il fatto ebbe un ampio risalto sulla stampa nazionale ed internazionale, anche se per fortuna non ci furono vittime. Alcuni pensarono fosse un attacco degli alleati, altri non sapevano davvero chi fossero i responsabili.
Ecco la cronaca dell' Osservatore Romano del 7 novembre 1943: "Ieri sera alle 20.10 da un aereo che fu visto qualche tempo volare a bassa quota, sono state sganciate quattro bombe sul territorio della Città del Vaticano. Esse caddero su una diagonale che va dall'antico Osservatorio astronomico alla Stazione ferroviaria. Una bomba cadde presso il serbatoio dell'acqua, un'altra nell'angolo fra la Chiesa del Governatorato e il Palazzo degli uffici, una terza sul piazzale della Stazione, e precisamente sopra il Laboratorio del Mosaico, una quarta alla sommità della discesa che conduce alla Piazza di Santa Marta, presso la palazzina del Cardinale Presidente.
Grazie al Cielo non si debbono deplorare danni alle persone.
È stato colpito in pieno, con gravi conseguenze, sì da averne sfondato il tetto, nonostante il suo spessore, il Laboratorio del Mosaico ed altri notevoli danni, per il violentissimo spostamento d'aria, sono stati arrecati al Palazzo del Governatorato, a tutti gli edifici prospicienti la piazza di Santa Marta e a moltissime vetrate della Basilica Vaticana, compresa quella del Bernini, rimanendo illese quelle della Cupola provvidamente socchiuse.
La Basilica stamane è rimasta chiusa. L'impressione in Roma per l'accaduto è stata profonda durante tutta la mattinata numerosi gruppi di persone si sono avvicendati nei pressi della Città del Vaticano, commentando con sincera commozione il triste episodio.
Dalle ore 10,30 in poi si raccoglieva nella Piazza di S. Pietro numerosa folla sempre rinnovantesi, e improvvisava dovute dimostrazioni al Santo Padre, Che si doveva più volte affacciare ad una delle finestre della Sua Biblioteca privata, benedicendo e ringraziando i fedeli per lo spontaneo attestato di affetto.
Esprimiamo la più viva deplorazione per questa violazione dello Stato della Città del Vaticano, la cui neutralità, da tutti riconosciuta, salvaguarda la paterna universale missione del Sommo Pontefice e così ingenti tesori della Religione e dell'arte".
Il linguaggio del tempo lascia comprendere che se ne sa davvero poco, ma naturalmente si mette in moto la macchina della solidarietà politica e in Vaticano si alza il livello di attenzione alla sicurezza del Papa.
Tra accuse e contro accuse si levò la voce del Papa Pio XII che domenica 7 novembre in i Piazza San Pietro disse: "Si è avuto maggior rispetto al Cairo, quale centro religioso dell' Islam, che a Roma. E più concretamente ci colpisce il dover riconoscere …che non esiste più, non dico neanche la coscienza cristiana, ma nemmeno quel minimo di umana comprensione e di senso di lealtà nell' agire che dovrebbe bastare per lasciare sicuro il Successore di Pietro nel ristretto lembo di terra che ancora gli è rimasto".
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