Carpi , domenica, 3. novembre, 2024 10:00 (ACI Stampa).
Domenica scorsa abbiamo lasciato Gesù a Gerico. Ora si trova a Gerusalemme e un maestro della legge si avvicina per sottoporgli una questione: “Qual è il primo di tutti i comandamenti’”. La domanda si comprende se si tiene in considerazione che gli studiosi del tempo avevano individuato nell’Antico Testamento ben 613 precetti, di cui 365 erano divieti e 248 precetti positivi, giungendo a distinguere tra precetti grandi e piccoli, difficili e facili. Era, dunque, necessario conoscere quali tra di questi comandamenti dovesse avere la priorità.
Per Gesù la vera priorità della vita è Dio. E per fondare la sua affermazione Egli cita la preghiera che gli ebrei recitavano e recitano più volte al giorno: “Dio è l’unico Signore”. Cioè, non esiste altro Dio che Lui e tutto esiste per Lui. Dio, dunque, si attende che l’uomo non si limiti a riconoscere la sua esistenza, ma entri in un dialogo d’amore con Lui. L’amore che Dio richiede all’uomo non è generico, superficiale, banale, ma deve assumere le caratteristiche dell’intensità e della totalità e in quanto tale coinvolge tutte le facoltà e le energie dell’uomo: il cuore, l’anima, la mente e tutte le forze.
Questa priorità dell’amore nasce dal fatto che Dio ci ha creati per amore e per amore nostro ha creato l’universo. E quando l’uomo ha preteso di sostituirsi al suo Creatore, ci ha donato suo Figlio Unigenito, il quale si è consegnato volontariamente alla morte per liberarci dal peccato, cioè dall’alienazione da noi stessi e dalla mutevolezza e contingenza dell’esistenza.
Il primato di Dio, è nello stesso tempo affermazione di libertà e di dipendenza dell’uomo. Libertà perchè l’uomo non potrà mai avere altro Signore all’infuori dell’unico Dio e quindi non può accettare che la sua dignità sia calpestata da poteri o ideologie umane. Dipendenza perchè l’uomo non può erigere se stesso a signore di tutto, ma deve accettare di dipendere dall’unico che gli ha dimostrato di amarlo veramente, Dio. La vera libertà, dunque, sta nell’obbedienza all’unico vero Dio.
Lo scriba chiede qual è il primo comandamento e Gesù, come sempre, va oltre. Egli dichiara che l’amore, per essere vero, non può escludere nessuno. Infatti, un amore per Dio senza l’ amore per il prossimo rischia “un verticalismo intimistico”; e un amore per il prossimo senza radicamento in Dio rischia “un orizzontalismo debole”. Debole perchè è difficile amare gli altri come Gesù ci ha insegnato, ponendo cioè al centro dell’amore il perdono, la gratuità e la fedeltà. Gesù utilizza il futuro: “Tu amerai” perché nella vita non si finisce mai di amare.