Roma , sabato, 2. novembre, 2024 12:30 (ACI Stampa).
Ricordare chi non è più accanto a noi. Recare un fiore sulla tomba; una preghiera pronunciata nel silenzio di un cimitero. L’immagine è quella che possiamo pensare in questo giorno di ricordo dei fedeli defunti che però - va ricordato - sono vivi nella Luce del Signore. Già nel II secolo ci sono testimonianze che i cristiani pregavano e celebravano l’Eucaristia per i loro defunti. All’inizio il terzo giorno dalla sepoltura, poi l’anniversario. In seguito il 7° giorno e il 30 ( a un mese, dunque, dalla morte della persona). Arrviamo, poi, al IX secolo, quando - in continuità con l’uso monastico del secolo VII - vi era l’abitudine di consacrare un giorno completo alla preghiera per tutti i defunti. Amalario di Metz, noto anche come Amalarius Symphosius o Amalarius Fortunatus (Metz, 775 circa – Metz, 29 aprile 850), già nel IX secolo, disponeva questa memoria successivamente a quella in cui venivano ricordati i santi. Solamanete, poi, con l’abate benedettino Sant’Oddone di Cluny venne scelta la data del 2 novembre come giorno dedicato alla commemorazione di tutti i fedeli defunti: era l’anno 928 d. C.
Commemorare, ossia “ricordare”: è la lingua latina che ci aiuta a comprendere questo verbo. E’ verbo composto, quello di “commemorare”: cum - memorare, “ricordare con”. E certo, il ricordo, è espressione dell’anima: ognuno sente, in questo giorno, una sorta di legame con le anime dei defunti. Il Cristianesimo si basa sulla vita eterna: questo giorno, dunque, non può che rappresentare un momento importante in cui far ricordo della persona defunta (sia questo un familiare, una persona cara, un amico).
Ed è allora, che i versi del Foscolo sembrano ritornare alla memoria: “All'ombra de' cipressi e dentro l'urne/ confortate di pianto è forse il sonno/ della morte men duro?”. Così l’incipit di una delle poesie più famose che ci raccontano della morte, ma soprattutto del tema delle tombe e del ricordo dei cari. “Celeste è questa/ corrispondenza d'amorosi sensi,/ celeste dote è negli umani; e spesso/ per lei si vive con l'amico estinto/ e l'estinto con noi”. E’ corrispondenza fra le anime di chi ricorda il defunto e l’estinto stesso.