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L'udienza di Papa Francesco al “Proyecto Esperanza”

Per i 25 anni dell'organizzazione che si occupa di accompagnare spiritualmente le famiglie che soffrono le conseguenze di un aborto

Papa Francesco | Papa Francesco | Credit Vatican Media Papa Francesco | Papa Francesco | Credit Vatican Media

“Sono lieto di accogliervi in ​​questa casa di Pietro e di tutta la Chiesa, nella felice celebrazione dei vostri 25 anni al servizio di persone la cui sofferenza è indescrivibile. L'arrivo di ogni neonato è solitamente sinonimo di una gioia che ci travolge misteriosamente, e che rinnova la speranza. È come se percepissimo, senza saperlo spiegare, che ogni bambino è un annuncio della nascita di Gesù a Betlemme”. Questo, il saluto di Papa Francesco al Gruppo Proyecto Esperanza del Consiglio Episcopale Latinoamericano (C.E.L.AM.) ricevuto questa mattina in Udienza.  

 

Papa Francesco fa poi riferimento al pianto di Rachele del Libro di Geremia al Capitolo 31: Rachele che “piange i suoi figli, non vuole essere consolata”, perché è rimasta senza di loro.  E poi, cita San Tommaso d'Aquino per interpretare questo passaggio della Scrittura: “Il primo gemito si riferisce ai bambini, i santi innocenti, e il loro dolore cessò con la morte, mentre il grido amaro era il lamento delle madri «che sempre si rinnova con la memoria»”. 

 

Il Papa, infine, esorta il Gruppo Gruppo Proyecto Esperanza esorta a continuare il proprio lavoro, sicuri della “mano ferma di San Giuseppe”, custode della Sacra Famiglia. 

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Il Proyecto Esperanza è nato nel 1999 ed è un programma - un cammino di riconciliazione e di perdono - per la guarigione spirituale ed emotiva di famiglie che soffrono le conseguenze di un post-aborto.