Ciudad Juarez , giovedì, 18. febbraio, 2016 1:00 (ACI Stampa).
“Chiedete il dono delle lacrime. Chiedete il dono della conversione”. Papa Francesco si rivolge agli abitanti di Ciudad Juarez, ma anche a quanti sono dall’altra parte della rete. Una rete che – denuncia il Papa – “cattura e distrugge sempre i più poveri”. L’altare è posto più in alto, così che lo vedano anche quelli di là della frontiera del Messico. E la lettura suggerisce al Papa una similitudine: Ciudad Juarez come Ninive.
Papa Francesco arriva intorno alle 16.30 all'area fieristica di Juarez, dopo un breve tragitto in Papamobile. Un giro nello stadio, un saluto a tutti. E poi va verso la frontiera, verso la croce dei migranti, messa su una pedana sospesa, che ha una immagine stilizzata della Sacra Famiglia che emigra in Egitto al centro. E' una pedana in salita, decorata con piante. Intorno alla croce, altre croci. Papa Francesco sosta in silenzio, in preghiera. Poi poggia un mazzo di fiori, in ricordo silenzioso dei migranti che non ce l'hanno fatta. Fa un breve segno di croce sulle croci che ricordano le vittime. E poi guarda dall'altro lato, ad El Paso, a soli 80 metri dal luogo della croce, e lancia un saluto e una benedizione. E' l'immagine emblematica di questo viaggio.
Il coro canta un inno alla Croce, in un clima solenne e allo stesso tempo triste. Sull'altare campeggia un'altra croce, che in preparazione al viaggio è stata portata in tutte le parrocchie del Messico, ed è stata poi posta su questo altare come a raccogliere lacrime e speranze dei messicani. Papa Francesco celebra messa sotto questa croce. Il pastorale è stato intagliato dai carcerati, ai quali nel pomeriggio ha detto: "Potete essere profeti della società". Campeggia anche una riproduzione della Madonna di Guadalupe. Tutto nella città di Juarez. Juarez come Ninive.
Ninive, la città corrotta. Ninive, la città cui Giona preconizzò la distruzione, ma che ebbe quaranta giorni di tempo per convertirsi. E lo fece. Perché Dio manda Giona ad annunciare loro che “sono talmente abituati al degrado che hanno perso la sensibilità davanti al dolore”. Ma poi, le persone si convertono, e lì arriva il mistero della misericordia divina, che “fa sempre appello alla bontà sopita, anestetizzata, di ogni persona. Lungi dall’annientare, come molte volte pretendiamo o vogliamo fare noi, la misericordia si avvicina ad ogni situazione per trasformarla dall’interno. Si avvicina ed invita alla conversione, invita al pentimento; invita a vedere il danno che a tutti i livelli sta causando. La misericordia entra sempre nel male per trasformarlo”.
Ed è questa trasformazione che Papa Francesco spera per Ciudad Juarez, città di frontiera presa come esempio di un mondo diventato violento e indifferente, di un mondo che mette da parte i più poveri e vulnerabili. Ciudad Juarez come Ninive, Ciudad Juarez come il mondo. E il Papa, che prova ad essere come Giona.