Roma , martedì, 29. ottobre, 2024 16:00 (ACI Stampa).
Non c’è sosta per la persecuzione dei cristiani nel mondo. E la spirale di violenza contro i fedeli cristiani si è ancora più acutizzata. E’ questo, in sintesi, il triste dato rilevato dall’ultimo rapporto dell’ACS, “Aiuto alla Chiesa che Soffre” che con “Perseguitati più che mai – Rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede 2022-24” (questo il titolo del report) pone l’attenzione su questo gravoso problema che sembra davvero non avere solluzione.
I numeri parlano chiaro con il loro scarno e diretto linguaggio. I Paesi analizzati in totale sono 18, dal Nicaragua in America Latina, al Myanmar in Estremo Oriente, al Burkina Faso in Africa occidentale. In Siria, terra martoriata da tempo, prima dello scoppio della guerra civile nel 2011, la comunità cristiana contava più di 1,5 milioni di persone: oggi i cristiani sono all’incirca appena 250.000. In Burkina Faso, più di due milioni di persone (circa il 10% della popolazione del Paese) sono state sfollate a causa della continua insurrezione islamista. L'esercito birmano è accusato di aver distrutto più di 200 luoghi di culto tra cui 85 chiese. In Cina si stima che le persone imprigionate dal Partito Comunista Cinese siano passate da poche migliaia a oltre 10.000. In Eritrea, a giugno del 2024, circa 400 cristiani sono stati imprigionati – senza regolare processo – solo a causa della loro fede. In India, nel 2023 sono stati segnalati 720 attacchi o altri episodi di persecuzione contro i cristiani: in aumento rispetto ai 599 dell'anno precedente. In Iran, i cristiani detenuti nelle carceri sono aumentati dai 59 del 2021 a 166 nel 2023. In Iraq, la popolazione cristiana ha subito una forte diminuzione durante il brutale regime di Daesh: attualmente è composta da meno di 200.000 persone su una popolazione di oltre 41.000.000, ovvero circa lo 0,46%. In Corea del Nord, chiunque si identifichi come cristiano o mostri anche solo interesse per il cristianesimo o la Bibbia viene considerato un nemico dello Stato. In Pakistan, il rapporto ha evidenziato che 2.120 individui sono stati accusati di blasfemia tra il 1987 e il 2022. Sono numeri che nascondono dietro nomi e volti, biografie: esistenze perseguitate solamente per il credo religioso.
Un focus dettagliato è stato riservato ai Paesi africani dove l'Islam estremista è stato responsabile dell'aumento delle persecuzioni. Il rapporto ha evidenziato che proprio l’Africa occidentale rappresenta, oggi, il nuovo “epicentro della violenza islamista militante”, non più il Medio Oriente. “La migrazione di massa delle comunità cristiane, innescata dagli attacchi islamisti militanti, le ha destabilizzate e private dei loro diritti, sollevando interrogativi sulla sopravvivenza a lungo termine della Chiesa”, così si legge nel documento.
Inoltre, a differenza dei precedenti report, “Perseguitati più che mai – Rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede 2022-24”, dopo 18 anni, viene analizzata la situazione dei cristiani in Nicaragua. Qui, in questo Paese si sente forte la repressione nei confronti dei rappresentanti del clero locale, colpito da detenzioni di massa ed espulsioni dal Paese. Fra i temi, vi sono anche: lo sfollamento delle comunità cristiane in seguito agli attacchi di gruppi estremisti; le violenze su donne e ragazze; il rapimento e l'intimidazione nei confronti dei sacerdoti e la pubblicazione nei libri di testo scolastici di contenuti dispregiativi nei confronti del cristianesimo.