Città del Vaticano , mercoledì, 17. febbraio, 2016 13:30 (ACI Stampa).
È con un telegramma firmato dal Cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che la Santa Sede esprime il suo cordoglio per la morte (avvenuta il 16 febbraio) di Boutros Boutros-Ghali, copto, dal 1992 al 1996 Segretario generale delle Nazioni Unite.
Scrive il Segretario di Stato che “Papa Francesco si è rattristato nell’appredere della morte” di Boutros-Ghali, del quale ricorda “il genoroso servizio” a servizio “della sua nazione e della comunità internazionale”.
Classe 1922, Cristiano-copto, la sua famiglia aveva una certa importanza: uno dei suoi nonni fu Primo Ministro in Egitto, e fu assassinato nel 1910. Primo africano e primo arabo al vertice delle Nazioni Unite, dovette affrontare alcune delle più profonde crisi internazionali degli ultimi anni: il dissolvimento e la Guerra civile nella ex Jugoslavia, il c onflitto in Somalia, il genocidio in Rwanda. E al suo attivo aveva anche quaclhe successo, come le operazioni di pace in Cambogia, Mozambico, El Salvador. E poi, il dossier “Agenda per la Pace”, che si proponeva di rispondere alla nuova era nata con la rottura dei blicchi contrapposti dopo la caduta del Muro di Berlino.
Le difficoltà della situazione, le continue frizioni con gli Stati Uniti, non valsero a Boutros-Ghali la riconferma. Ma anche con la Chiesa cattolica i rapport non furono sempre facilissimi. Anche perché si inaugurò sotto la gestione di Boutros Ghali quella nuova agenda dei diritti sessuali e riproduttivi, nella Conferenza del Cairo sulla Popolazione e lo Sviluppo nel 1994.
Tensioni che lo stesso Boutros-Ghali stemperò in una visita cortesia a Giovanni Paolo II a novembre del 1994. In ballo non c’era solo la questione dell’aborto, ma anche il progettato viaggio del Papa a Sarajevo, per il quale i Caschi Blu non avrebbero garantito protezione.