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Pizzaballa, la pace è una attitudine, non un accordo servono leaders con una visione

Il Patriarca sostiene che servano nuove soluzioni e quelle proposte in precedenza come la proposta di due stati, non siano realistiche per il clima d'odio attuale

Il cardinale Pizzaballa |  | EWTN Il cardinale Pizzaballa | | EWTN

" La pace è una attitudine, non un accordo". Ne è certo il cardinale Giambattista Pizzaballa Patriarca Latino di Gerusalemme che in una intervista ad EWTN, ha messo in chiaro il suo pensiero sulla guerra in Israele, Palestina e Libano. C'è un linguaggio di odio incredibile e questo rende le soluzioni più difficili. Per Pizzaballa serve un progetto nuovo e diverso, creativo per trovare una soluzione perché  “La mia impressione è che nessuno voglia un conflitto più grande, ma nessuno sia in grado può fermarlo (...) tutti gli accordi e le idee precedenti, come la prospettiva della soluzione dei due Stati, tutto ciò non è realistico ora". Per il cardinale la preoccupazione principale è la gente, e il clima: "sono preoccupato non tanto per la guerra, che finirà come altre guerre, ma per quello che verrà dopo, le conseguenze saranno terribili". E per ora, dice non è realistico parlare di pace ma di cessate il fuoco.

A proposito delle trattative il cardinale ricorda che la Chiesa deve rimanere fuori dalla trattativa politica: "è meglio che la Chiesa rimanga fuori perché se entri, non sei libero. La forza della Chiesa è essere una voce, la voce dei poveri”. Ma è anche vero che "tutti devono fare il loro lavoro, e che i politici devono trovare una prospettiva politica e i leader religiosi devono trovare speranza".

Per il Patriarca mancano leaders con una visione politica, ma anche leaders religiosi: "E allora si potrà pensare a una nuova prospettiva per il Medio Oriente, non prima".

La Parrocchia latina di Gaza è in una situazione abbastanza buona dice in mezzo a due milioni di persone da sfamare, e la fame è una vera arma, anche perché lavorare per gli altri è un modo per creare una speranza di pace. Cosa possono fare i cristiani del mondo per i cristiani in Terra Santa?

“Preghiera e sostegno" dice Pizzaballa e aggiunge: “i palestinesi e gli israeliani sono chiamati da Dio a vivere l'uno accanto all'altro, non contro l'altro. E devono riscoprire quella chiamata". Del resto  "il Vangelo non è un'idea o una narrazione, è vita"  e “la risposta a tutta la violenza e il male è la croce".

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