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Cosa ha detto il delegato del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli al Sinodo

Il 16 ottobre ha preso la parola al Sinodo Job di Pisidia, delegato fraterno, inviato dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo

Metropolita Job di Pisidia | Il metropolita Job di Pisidia in un briefing in Sala Stampa della Santa Sede, 10 ottobre 2024 | Daniel Ibanez / ACI Group Metropolita Job di Pisidia | Il metropolita Job di Pisidia in un briefing in Sala Stampa della Santa Sede, 10 ottobre 2024 | Daniel Ibanez / ACI Group

Primato e sinodalità sono mutulamente interdipendenti. Lo sottolinea il metropolita Job di Pisidia, in un breve intervento al Sinodo dei vescovi. Il metropolita Job partecipa a nome del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, ed è anche parte di quel dialogo teologico tra ortodossia e cattolicesimo che da tempo si riunisce in una commissione congiunta, che ha fornito già tre documenti di un certo peso per il dibattito.

Nel suo intervento al Sinodo, lo scorso 16 ottobre, il metropolita Job ha proprio fatto riferimento a questi studi, con tre documenti.

Il primo è il noto documento di Ravenna, del 2007, che per la prima volta sottolineò che la Chiesa di Roma aveva un primato. Poi, i due documenti di Chieti del 2016 e di Alessandria del 2023, su “Sinodalità e érimato nel Primo Millennio” e “Sinodalità e Primato nel Secondo Millennio.

Ma il metropolita Job guarda anche al documento del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani “Il vescovo di Roma”, che è menzionato anche nel paragrafo 107 dell’Instrumentum Laboris del Sinodo, un documento descritto come “rivoluzionario”, e che “mostra una splendida convergenza di tutti i dialoghi bilaterali sul tema del ministero del vescovo di Roma”.

Secondo il metropolita Job, questi documenti possono “contribuire grandemente non solo al riavvicinamento tra le nostre Chiese, ma anche alla conversione sinodale di tutte le nostre Chiese”.

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