Città del Vaticano , venerdì, 25. ottobre, 2024 10:00 (ACI Stampa).
Primato e sinodalità sono mutulamente interdipendenti. Lo sottolinea il metropolita Job di Pisidia, in un breve intervento al Sinodo dei vescovi. Il metropolita Job partecipa a nome del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, ed è anche parte di quel dialogo teologico tra ortodossia e cattolicesimo che da tempo si riunisce in una commissione congiunta, che ha fornito già tre documenti di un certo peso per il dibattito.
Nel suo intervento al Sinodo, lo scorso 16 ottobre, il metropolita Job ha proprio fatto riferimento a questi studi, con tre documenti.
Il primo è il noto documento di Ravenna, del 2007, che per la prima volta sottolineò che la Chiesa di Roma aveva un primato. Poi, i due documenti di Chieti del 2016 e di Alessandria del 2023, su “Sinodalità e érimato nel Primo Millennio” e “Sinodalità e Primato nel Secondo Millennio.
Ma il metropolita Job guarda anche al documento del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani “Il vescovo di Roma”, che è menzionato anche nel paragrafo 107 dell’Instrumentum Laboris del Sinodo, un documento descritto come “rivoluzionario”, e che “mostra una splendida convergenza di tutti i dialoghi bilaterali sul tema del ministero del vescovo di Roma”.
Secondo il metropolita Job, questi documenti possono “contribuire grandemente non solo al riavvicinamento tra le nostre Chiese, ma anche alla conversione sinodale di tutte le nostre Chiese”.