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Il Papa ai penitenzieri vaticani: “Perdonare tutto tutto tutto. Fatelo sempre”

Le parole del Papa ai penitenzieri vaticani. Misericordia e ascolto

Udienza ai penitenzieri vaticani |  | Vatican Media / ACI Group Udienza ai penitenzieri vaticani | | Vatican Media / ACI Group

Nella Sala del Concistoro il Papa incontra la Comunità del Collegio dei Penitenzieri Vaticani. Li accoglie raccontando loro subito un suo pensiero.

“Sono contento di incontrarvi in occasione del 250° anniversario dell’affidamento ai Frati Minori Conventuali del ministero delle Confessioni nella Basilica di San Pietro. Lo ha fatto Clemente XIV, forse una delle cose buone che ha fatto. Ma, poveretto, le altre le ha fatte per ispirazione di questo frate vostro, Bontempi, che credo sia ancora all’inferno ma non sono sicuro. Quando è morto Clemente XIV, Bontempi se n’è andato a rifugiarsi all’Ambasciata di Spagna, perché aveva paura. Passati alcuni mesi, quando c’era la pace, è andato dal Generale e gli ha detto: “Padre Generale, io porto tre Bolle qui. [In cambio chiedo] primo, che io possa avere denaro – francescano! –; secondo, che possa vivere fuori dalla comunità; e terzo, che possa viaggiare dove voglio”. E il Generale, un saggio conventuale, prese le Bolle: “Ma caro ne manca una” – “Quale, Padre?”. “Quella che assicuri la salvezza della tua anima!”. Questo è storico, perché lui aveva ingannato Papa Ganganelli con tutte queste cose. Bontempi era un furbone!”, queste le parole del Papa con un simpatico sottofondo di risate dei presenti.

“Ogni giorno la Basilica di San Pietro è visitata da più di quarantamila persone, ogni giorno! Molte arrivano da lontano e affrontano viaggi, spese e lunghe code per potervi giungere; altri vengono per turismo, la maggioranza. Ma tra loro tantissimi vengono a pregare sulla tomba del Primo degli Apostoli, per confermare la loro fede e la loro comunione con la Chiesa e affidare al Signore intenzioni care, o per sciogliere voti che hanno fatto. Altri, anche di fedi diverse, vi entrano “da turisti”, attratti dalla bellezza, dalla storia, dal fascino dell’arte. Ma in tutti c’è, consapevole o inconsapevole, un’unica grande ricerca: la ricerca di Dio, Bellezza e Bontà eterna, il cui desiderio vive e pulsa in ogni cuore d’uomo e di donna che vive in questo mondo. Il desiderio di Dio.”, sottolinea il Papa.

 "E la vostra presenza in tale contesto è importante. Per i fedeli e i pellegrini, perché permette loro di incontrare il Signore della misericordia nel Sacramento della Riconciliazione. Carissimi, perdonare tutto, tutto, tutto. Fatelo sempre: perdonare tutto! Noi siamo per perdonare, qualcun altro sarà per litigare! E per tutti gli altri, perché testimonia loro che la Chiesa li accoglie prima di tutto come comunità di salvati, di perdonati, che credono, sperano e amano nella luce e con la forza della tenerezza di Dio. Fermiamoci perciò un momento a riflettere sul ministero che svolgete, sottolineandone tre aspetti particolari: l’umiltà, l’ascolto e la misericordia”, dice il Pontefice.

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In particolare l’ascolto. “Per tutti, e specialmente per i giovani e per i piccoli. È la testimonianza di Pietro pastore, che cammina in mezzo al suo gregge e che cresce nell’ascolto dello Spirito attraverso la voce dei fratelli”, continua il Papa.

Poi la misericordia. “Come dispensatori del perdono di Dio, è importante essere “uomini di misericordia”, uomini solari, generosi, pronti a comprendere e a consolare, nelle parole e negli atteggiamenti. Anche qui Pietro ci è di esempio, con i suoi discorsi intrisi di perdono”, continua il Papa.

Poi Francesco congeda i presenti. “È morto il mio confessore alcuni mesi fa, vado a confessarmi da voi, a San Pietro. Fate bene! Grazie per essere, nel cuore della Chiesa, ministri della presenza sacramentale di Dio-amore”, conclude il Papa.