Morelia , martedì, 16. febbraio, 2016 17:35 (ACI Stampa).
La nostra vita parla della preghiera, e la scuola della preghiera è la scuola della vita. Per questo non si deve cedere alla rassegnazione.
Papa Francesco apre la quarta giornata del viaggio in Messico con la messa per i sacerdoti e i religiosi a Morelia, ad un’ora di volo da Città del Messico, in uno stadio che accoglie 20 mila persone.
Morelia è il centro geografico del Messico, a quasi 2000 metri sul livello del mare, 600 mila abitanti, capitale del Michoacan, luogo significativo tanto da essere inserito nella lista dell’ Unesco come patrimonio dell’ umanità. Ma il luogo purtroppo è famoso per problemi di violenza, di narcotraffico. Il Papa ha creato cardinale il vescovo di Morelia, monsignor Suárez Inda, anche in senso di attenzione e apprezzamento per l’impegno della Chiesa in situazioni particolarmente difficili.
Prima della messa il Papa ha fatto un giro dello stadio in una piccola auto scoperto tre i cori dei presenti: “Papa Francesco tu sei il benvenuto” e “ Papa Francesco, gran missionario”. Ma soprattutto si è pregato per i 43 ragazzi scomparsi nel 2014.
Per dire grazie a questo clero impegnato il Papa ricorda il Padre nostro. “In Gesù - dice il Papa -questa espressione non ha il “retrogusto” della routine o della ripetizione. Al contrario ha il sapore della vita, dell’esperienza dell’autenticità. Egli ha saputo vivere pregando e pregare vivendo, dicendo: Padre nostro. E ci ha invitato a fare lo stesso. La nostra prima chiamata è quella a fare esperienza di questo amore misericordioso del Padre nella nostra vita, nella nostra storia. La sua prima chiamata è a introdurci in questa nuova dinamica dell’amore, della filiazione”.