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Papa Francesco, il Mediterraneo ha bisogno di una teologia del dialogo e della carità

Il video messaggio del Pontefice per l'apertura del nuovo Anno Accademico 2024/2025 della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” di Palermo:

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"Il Mediterraneo ha bisogno di una teologia viva, che coltivi fino in fondo la sua dimensione contestuale, diventando un appello per tutti". Papa Francesco lo ha detto nel video messaggio per l’apertura del nuovo Anno Accademico 2024/2025 della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” di Palermo.

Il Papa sulle orme di San Giovanni Paolo II, che visitò la Facoltà di Sicilia il 21 novembre del 1982, in occasione della sua visita pastorale nel Belice e a Palermo, mette in luce la teologia del dialogo interreligioso e dice che compito della teologia del Mediterraneo è "intessere reti di salvezza, reti evangeliche fedeli al modo di pensare e di amare di Gesù, costruite con i fili della grazia e intrecciate con la misericordia di Dio, con le quali la Chiesa può continuare ad essere, anche nel Mediterraneo, segno e strumento di salvezza del genere umano. E questo è il modo con cui la teologia può amare, può diventare carità".

La posizione per mare il Signore è in ginocchio dice il Papa e "le mani dei teologi possiamo immaginarle così: mani che narrano l’abbraccio di Dio, mani che offrono tenerezza – non dimenticare questa parola, tenerezza, che è lo stile di Dio –, mani che rialzano chi è caduto e orientano alla speranza. E non dimentichiamo che soltanto una volta è lecito guardare una persona dall’alto in basso: soltanto per aiutarla a sollevarsi".

Il Papa ricorda Don Pino Puglisi, Rosario Livatino,  Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, e tanti altri servitori dello Stato delle"“vere cattedre” di giustizia, che invitano la teologia a contribuire, con le parole del Vangelo, al riscatto culturale di un territorio ancora drammaticamente segnato dalla piaga della mafia".

Teologia del Mediterraneo "vuol dire ricordare che l’annuncio del Vangelo passa attraverso l’impegno per la promozione della giustizia, il superamento delle disuguaglianze e la difesa delle vittime innocenti, perché risplenda sempre il Vangelo della vita e il male venga respinto in tutte le sue forme". Una teologia che "si immerge nella storia e in essa fa risplendere la carità di Cristo" centrata sul perdono.

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E c'è una rotta da seguire, quella del "dialogo ecumenico e interreligioso che va riproposta e sostenuta. Infine un riferimento al "confronto tra la teologia e la letteratura, nota che ha caratterizzato in questi anni anche la ricerca della vostra Facoltà Teologica, soprattutto per la scelta di riconoscere quel fiuto della fede che appartiene all’esperienza del popolo" e cita Pirandello, Verga, Sciascia. Infine il Papa esorta: "Coltivate questa teologia con-promessa con la storia, così come Dio nella carne del Figlio si è compromesso con le nostre lacrime e le nostre speranze. Promuovete una teologia che, dall’alto della croce e in ginocchio davanti al prossimo, usi parole umili, sobrie e radicali, per aiutare tutti ad affacciarsi alla compassione; e parole che ci insegnino a fare reti di salvezza e di amore, per generare una storia nuova, radicata nella storia del popolo".