Città del Vaticano , mercoledì, 16. ottobre, 2024 12:30 (ACI Stampa).
«Come vescovo tedesco, il ricordo del raid del 16 ottobre mi riempie di vergogna. Perché furono i tedeschi a pianificare ed eseguire il raid. Sono stati i tedeschi a perseguitare e ad arrestare gli ebrei,con la chiara consapevolezza che sarebbero stati uccisi, e questo raid è avvenuto qui a Roma, nel cuore della Chiesa cattolica». Con queste parole monsignor Bertram Meier, Vescovo di Augusta, e Presidente della Commissione per la Chiesa mondiale della Conferenza Episcopale Tedesca, ha ricordato martedì 15 ottobre in Piazza San Pietro, il Rastrellamento del ghetto di Roma avvenuto il 16 ottobre 1943.
Tra le ore 5:30 e le ore 14 di quello che poi sarà ricordato come il Sabatonero, truppe delle Schutzstaffel (squadre di protezione), le famigerate SS,insieme a funzionari della Repubblica Sociale Italiana arrestarono 1.259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine, appartenenti alla comunità ebraica romana. Gli arresti avvennero attorno avia del Portico d’Ottavia e nelle strade vicine, ma anche in altre zone di Roma. Alcuni degli arrestati, di sangue misto, vennero rilasciati, ma 1.023 furono deportati ad Auschwitz-Birkenau. Solo sedici di loro sopravvissero.
La commemorazione è stata organizzata dall’Associazione Ricordiamo Insieme, fondata nel 2012 dalla coppia tedesca Friederike e Tobias Wallbrecher e da tre donne ebree romane, Grazia, Rivka e Sara Spizzichino, la cui prozia, Settimia Spizzichino, fu l’unica donna sopravvissuta alla deportazione di quel 16 ottobre 1943 (morì poi nel 2000).
Monsignor Meier, ha sottolineato come tutto questo sia sorprendentemente avvenuto proprio nel continente europeo, il cui sviluppo storico si ècostitutivamente intrecciato nei secoli con i valori e la cultura cristiani: «Certamente il nazionalsocialismo era un’ideologia anticristiana e le motivazioni di coloro che pianificarono e realizzarono l’omicidio degli ebrei europei contraddicevano completamente tutte le convinzioni cristiane. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che la Shoah ha avuto luogo in Europa, in una cultura profondamente caratterizzata dal Cristianesimo. Tutti coloro che hanno preso parte all’arresto, alla deportazione e all’assassinio degli ebrei avevano imparato i Dieci Comandamenti. Tutti conoscevano il comandamento “Non uccidere!”. La Shoah rimane una dolorosa spina nella carne del Cristianesimo».