Advertisement

Diario del Sinodo, preti sposati e diaconato femminile: il rilancio del Cardinale Steiner

E’ ancora una volta un presule brasiliano a riportare in primo piano al Sinodo la questione della possibile ordinazione presbiterale per gli uomini sposati.

Il Cardinale Steiner |  | Daniel Ibanez CNA Il Cardinale Steiner | | Daniel Ibanez CNA

E’ ancora una volta un presule brasiliano a riportare in primo piano al Sinodo la questione della possibile ordinazione presbiterale per gli uomini sposati. Dopo il presidente del CELAM e prossimo Cardinale Jaime Spengler, Arcivescovo di Porto Alegre, torna sul tema il Cardinale Leonardo Ulrich Steiner, Arcivescovo di Manaus, nel consueto briefing quotidiano in Sala Stampa.

Il Papa non ha chiuso la questione dell’ordinazione dei preti sposati. Dopo il Sinodo sull’Amazzonia c’è stata una certa delusione, ma il Santo Padre non ha chiuso la questione. Per alcune chiese non sarebbe difficile ammettere gli uomini sposati all’ordinazione sacerdotale, mentre per altre esistono molte difficoltà: occorre approfondire l’argomento”.

Ma il porporato brasiliano va oltre e rilancia anche sul diaconato femminile. “Il diaconato permanente degli uomini può andare di pari passo con quello delle donne. Nella mia diocesi – ha precisato - molte donne sono “diacone” senza che ci sia un’ordinazione ufficiale. Sono attive nella pastorale carceraria, nella catechesi, lavorano nella Caritas, sono loro che rappresentano la nostra chiesa in molti luoghi. Il Papa ha istituito una Commissione per il diaconato femminile: perché non ripristinare il diaconato femminile ordinato, già presente nei primi secoli della Chiesa?”.

Il Cardinale Steiner – che stamane ha concelebrato con il Cardinale Krajewski le esequie di un clochard brasiliano morto nei pressi di Piazza San Pietro – ha poi detto che “la sinodalità è un modo di essere chiesa per annunciare il Vangelo. Molte delle nostre chiese già stanno percorrendo il cammino della sinodalità, dove si parla in libertà, decidiamo insieme, è una esperienza che ci aiuta a credere nel processo sinodale. La sinodalità ci spinge a essere aperti alla interculturalità e alla interreligiosità. Dobbiamo far sì che il Vangelo sia sempre più inculturato”.

Sui due argomenti controversi frena l’altro relatore al briefing, Monsignor Roberto Repole, Arcivescovo di Torino - Susa e prossimo cardinale di Santa Romana Chiesa. “Al Sinodo si sono aperti diversi cantieri: pian piano ci si concentra su alcuni aspetti, mentre altri temi verranno affrontati in altri momenti. Sottolineo – ha aggiunto - il profilo spirituale di quelli che partecipano al Sinodo, non formale ma essenziale. Non siamo un parlamento, siamo nella ricerca della voce dello Spirito anche attraverso l’ascolto della voce dei fratelli. Qui colgo la cattolicità della chiesa, la sinodalità è una esperienza ma chiede anche approfondimenti su questioni teologiche che non possono rimanere ai margini”.

Advertisement

Stamane in apertura dei lavori ha preso la parola – dopo la meditazione dell’assistente spirituale Madre Ignazia Angelini – il Relatore generale Cardinale Hollerich che ha introdotto sulla III parte  dell’Instrumentum laboris dedicata ai “Luoghi”.

“Parlare di luoghi – ha spiegato il porporato gesuita - significa rimettere al centro dell’attenzione che la Chiesa non si può comprendere senza il radicamento in un luogo e in una cultura. Questo non significa cedere al particolarismo o al relativismo, ma valorizzare la concretezza in cui, nello spazio e nel tempo, prende forma un’esperienza condivisa di adesione alla manifestazione di Dio che salva”.

“Luoghi e culture – ha aggiunto - non sono pianeti diversi, ma sono sempre in relazione gli uni con gli altri. Ancora di più lo sono le Chiese che li abitano, in ragione del vincolo della comunione che le stringe nell’unità della Chiesa tutta di cui il Vescovo di Roma è principio visibile. Queste Chiese, che sono tutte rappresentate in quest’Aula, a diversi livelli e in diversi modi intrattengono tra di loro e con la Chiesa tutta una ricca gamma di relazioni, che si concretizza in uno scambio di doni”.