Assisi , lunedì, 14. ottobre, 2024 14:00 (ACI Stampa).
Sabato 12 ottobre alle 18 nel Santuario della Spogliazione, Monsignor Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, ha presieduto la Messa nella memoria liturgica del Beato Carlo Acutis.
Carlo – ha detto il presule nell’omelia – “amava la vita in tutti i sensi. Tutto gli era caro, dalla natura allo sport, dalla musica al computer. Aveva però compreso che le cose della terra, pur belle, sono passeggere. La risposta di Gesù al giovane ricco gli era entrata nel cuore: se vuoi la vita eterna, osserva i comandamenti. E Carlo i comandamenti di Dio li osservava. Li sentiva, quali sono, non catene che imprigionano, ma una segnaletica che assicura alla nostra vita un orizzonte e una meta”.
A differenza del giovane che sceglie i beni materiali, “Carlo – ha aggiunto Monsignor Sorrentino - sceglie Gesù. Si innamora di quello sguardo intenso e divino, vedendolo nell’Eucaristia, sentendo che l’Ostia santa è veramente Gesù, da incontrare, adorare, mangiare, diventando una sola cosa con lui. Quando si incontra Gesù, tutta la vita cambia. Non cambiano le cose che fai, cambia come le fai. Le cose restano le stesse, ma profumano di cielo. Si illumina persino su un letto di ospedale, mentre si muore”.
“A Carlo – ha concluso il Vescovo di Assisi - è stato chiesto di lasciarsi spogliare addirittura della vita e della giovinezza, per fare con Gesù, non su questa terra, ma dal cielo, un lavoro che ha dell’incredibile, come influencer della santità, della gioia, della vita piena. La Provvidenza ha voluto che la proclamazione della sua santità – la canonizzazione – avvenisse nell’anno del Giubileo che tra qualche mese comincerà. Sarà l’anno in cui dovremo recuperare, stando al tema indicato dal Papa, la speranza fondata su Gesù. Carlo è ancora beato. Ma ormai il segno dal cielo è arrivato, perché egli possa essere dichiarato Santo. Carlo sarà dunque presto san Carlo. Ma questo titolo non lo sbalzerà a un’altezza irraggiungibile. Al contrario, continueremo a sentirlo, proprio come si sente un amico, semplicemente, Carlo”.