Interventi liberi e quindi niente briefing per i giornalisti. Così questo seconda settimana di Sinodo sulla sinodalità si chiude per la stampa con la veglia ecumenica nella quale il Papa non legge l'omelia, ma la cui data riporta al Concilio. E proprio di Vaticano II profuma questa assemblea, ma nel senso che vengono riproposte idee vecchie di 60 anni e per lo più già attuate nella loro vera essenza. Come il ruolo dei laici nella vita della Chiesa.

Un tema importantissimo che ha avuto diverse attuazioni nelle realtà ecclesiali dove i laici sono preparati ed impegnati. Basta pensare ai catechisti in Africa che spesso hanno affrontato anche il martirio. E in Europa le comunità hanno dato ampio spazio anche alle donne nei ruoli in cui non si chiede l'ordine sacerdotale. Una delle questioni più serie però è la scarsa partecipazione alla vita della Chiesa e il minor numero di battezzati che arrivano anche alla Confermazione. E anche la così detta questione femminile ricorda un po' le battagli post '68 che hanno portato non ad una educazione reale alla parità, ma ad un sovraccarico di responsabilità per le donne.

Di rievangelizzazione aveva del resto già parlato Giovanni Paolo II e c'è stata un sinodo nel 2012 dedicato espressamente a questo tema. Il 12 ottobre del 2012 Benedetto XVI riprendeva la abitudine di un pranzo comune "una bella tradizione creata dal Beato Papa Giovanni Paolo II di coronare il Sinodo con un pranzo comune" e anche questo un segno di cammino comune . "Synodos- diceva Benedetto XV-  vuol dire «cammino comune», «essere in cammino comune», e così la parola synodos mi fa pensare al famoso cammino del Signore con i due discepoli di Emmaus, che sono un po’ un’immagine del mondo agnostico di oggi. Gesù, la loro speranza, era morto; il mondo vuoto; sembrava che Dio realmente o non ci fosse o non si interessasse di noi. Con questa disperazione nel cuore, e tuttavia con una piccola fiamma di fede, vanno avanti. Il Signore cammina misteriosamente con loro e li aiuta a capire meglio il mistero di Dio, la sua presenza nella storia, il suo camminare silenziosamente con noi. Alla fine, nella cena, quando già le parole del Signore e il loro ascolto avevano acceso il cuore e illuminato la mente, lo riconoscono nella cena e finalmente il cuore comincia a vedere. Così nel Sinodo siamo insieme con i nostri contemporanei in cammino. Preghiamo il Signore perché ci illumini, ci accenda il cuore affinché diventi veggente, ci illumini la mente; e preghiamo affinché, nella cena, nella comunione eucaristica, possiamo realmente essere aperti, vederlo e così accendere anche il mondo e dare la sua luce a questo nostro mondo".

Un ottimo esercizio per chi lavora con il Sinodo, ma anche per chi lavora in una parrocchia, è riprendere i tanti testi delle Assemblee e , a proposito del Vaticano II, quelli del Sinodo per il 20 anni del Concilio Vaticano II.  Si capirebbe perché il Sinodo attuale sa un po' di ripetizione.