Roma , venerdì, 11. ottobre, 2024 18:00 (ACI Stampa).
Un uomo comune, un sacerdote comune, buono, certo, capace di ascoltare la gente comune, come lui, che non si nota più di tanto. Proviene da una famiglia umile, povera, non ha propensioni particolari, ha una salute cagionevole. Che cosa posso avere di tanto speciale, forse si chiede mentre cammina per strada, in quel pomeriggio del 1984, il 19 ottobre.
Poi sale in macchina, accompagnato di un autista, chiacchiera ma la sua mente è piena di pensieri. Che ne sarà della sua povera Polonia schiacciata sotto il tallone di ferro della dittatura comunista, la sempre più esibita ostilità dello Stato verso la Chiesa, accentuata dopo l’elezione al soglio pontificio di un
papa polacco, il grande Karol Wojtyla che fa tremare tutta la cortina di ferro, fino a Mosca…Lo preoccupano le agitazioni degli operai, mentre Solidarnosc tenta di creare una nuova mentalità nel Paese, e lui lo sa bene lui, padre Jerzy Popieluszko è diventato il cappellano del movimento, e lui segue le sorti degli scioperanti, giorno e notte.
Lo preoccupano le pressanti raccomandazioni dell’arcivescovo Glemp: attenzione, non esagerare, potresti rischiare la vita. Del resto, lui lo
sa di essere nel mirino del regime, sa che lo controllano, lo seguono, lo
minacciano. Perché lui, in ogni suo discorso, nelle sue stesse occupazioni quotidiane, nelle sue omelie alle messe, che già hanno definito “omelie per la patria”, non risparmia critiche, non di stampo politico ma che si riferiscono alla realtà, a quel che vede accadere tutt’intorno.
Chiede libertà autentica, padre Jerzy, chiede di guardare all’uomo nella sua
totalità, perché l’uomo non è solo lavoro, non è solo socialità, non è solo bisogni quotidiani. E certo non è potere, non è repressione, non è violenza. Lui recita sempre le preghiere imparate da bambino, in campagna, le lunghe ore nella chiesa di casa sua, le parole e la vita di papa Giovanni Paolo II.
La strada si snoda tranquilla nella campagna , nel gelo e tra la pioggia, quando un’altra auto si affianca, qualcuno apre lo sportello in fretta, scende, intima l’alt, si fa scendere, a strattoni, il sacerdote. Si parla di controlli, di un interrogatorio, la macchina sgomma, scompare. Che cosa pensa in quel momento, il sacerdote? Probabilmente capisce che non si tratta del solito “incidente”, delle solite minacce. Nell’orizzonte gonfio di pioggia e di
fango padre Jerzy scompare.