Lampedusa , martedì, 15. ottobre, 2024 9:00 (ACI Stampa).
A Lampedusa continuano ad arrivare i barconi dalla Libia, carichi di profughi e continuano anche gli appelli al soccorso da parte di profughi su barchini in avaria, ma l’invito fatto lo scorso anno sul sito dell’Azione Cattolica Italiana nello scorso anno dalla ricercatrice nei Diritti umani dell’università di Palermo Martina Sardo, membro dell’equipe nazionale per il settore giovani di Azione Cattolica Italiana, non cambia in quanto è un invito a non dimenticare: “C’è una frase di Emily Dickinson ad accogliere chiunque capiti al cimitero di Lampedusa: ‘Per uno sconosciuto, gli sconosciuti non piangono’.
In un grassetto che salta all’occhio, fa da incipit a una stele che il Forum Lampedusa Solidale ((un’assemblea pubblica sorta nel 2015 per affermare la dignità di chi è accolto e di chi accoglie) ha voluto apporre per ricordare che in quel posto ‘hanno trovato sepoltura un numero imprecisato di donne e uomini morti nel tentativo di raggiungere l’Europa attraversando il Mar Mediterraneo’. La memoria contro l’indifferenza…
Del resto, è difficile piangere per qualcuno di cui neppure si conosce il nome, di cui non è possibile ricostruire una storia, il cui corpo (al netto di violenza e torture) poco o nulla riesce a raccontare, una volta restituito dal mare”.
Per questo è sottolineata la necessità di ricordare: “Dietro ai numeri sempre impressionanti di morti e dispersi, ai quali ci siamo evidentemente abituati, ci sono le storie di padri, madri, figli, fratelli e sorelle, amici, che non torneranno più a casa, senza neppure la certezza di una tomba e di un nome”.
Quindi a distanza di 11 anni le abbiamo chiesto di raccontarci cosa resta nella memoria degli italiani di quel naufragio del 3 ottobre 2013: “Il naufragio del 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa ha rivelato, nella maniera più drammatica possibile (la morte di 368 persone, tra uomini, donne e bambini, ‘colpevoli’ di aver sperato in un futuro migliore) tutte le e sfide che la migrazione nel mar Mediterraneo porta con sé. A restare impressa nella memoria è la distesa di bare davanti al Molo Favaloro, a Lampedusa, che riporta inevitabilmente alla sofferenza di chi fugge da guerre, povertà e persecuzioni ma anche alle responsabilità di chi, invece, dovrebbe provvedere a garantire soccorso in mare oltre che percorsi sicuri di migrazione. Nella memoria degli italiani resta sicuramente l’immagine di un mare che, come ha detto papa Francesco, ‘è diventato un cimitero’, un luogo di dolore e ingiustizia”.