Kaohsiang , sabato, 12. ottobre, 2024 11:00 (ACI Stampa).
È passata quasi inosservata la scelta di Papa Francesco di inviare il Cardinale John Tong Hon come suo inviato speciale al Congresso Eucaristico che si è tenuto a Kaohsiung, in Taiwan. Eppure, la scelta del Cardinale Tong, vescovo emerito di Hong Kong, era un segnale importante: il Papa inviava un cardinale di un territorio cinese a Taiwan, di fatto sottolineando, in maniera indiretta, che considerava Taipei e dintorni in tutta la sua sovranità.
Non era una scelta casuale, perché il rinnovo dell’accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi si porta con sé una serie di dubbi, incluse le pressioni della Cina sulla Santa Sede a chiudere ogni relazione diplomatica con Taiwan, da Pechino considerata solo una provincia ribelle.
La Santa Sede è l’unico partner europeo con Taiwan, che ha relazioni diplomatiche con solo dodici Stati al mondo, ma che ha comunque un credito internazionale datole anche dallo sviluppo dei brevetti sui semiconduttori, la cui ricerca è avanzatissima nell’antica Formosa.
L’invio del Cardinale Tong sembra un segnale che la Santa Sede non intende davverp chiudere i ponti con Taiwan, e comunque non vuole farsi forzare a farlo da una Cina che comunque ancora non è sicuramente il paradiso della libertà religiosa.
Di certo, ci sarà un rinnovo dall’accordo sino-vaticano, magari per quattro e non per due anni, o forse anche per tre anni, con una piccola estensione dell’attuale scadenza biennale. E di concreto ci sono anche le aperture del governo cinese, che quest’anno ha ricevuto la delegazione vaticana a Pechino e poi la ha accompagnata a Shanghai, dove sembra siano riusciti ad incontrare il vescovo ausiliare Taddeus Ma Daqin, da più di dieci anni agli arresti domiciliari.