Roma , giovedì, 10. ottobre, 2024 10:00 (ACI Stampa).
«Il compito decisivo del cristiano consiste nel cercare in tutto la volontà di Dio, riconoscerla e seguirla. L'uomo di Stato e cristiano Carlo d'Austria si pongono quotidianamente questa sfida. Ai suoi occhi la guerra appare come "qualcosa di orribile". Nei tumulti della Prima Guerra Mondiale cercò di promuovere l'iniziativa di pace del mio predecessore Benedetto XV. Fin dall'inizio, l'Imperatore Carlo concepì la sua carica come servizio santo ai suoi popoli. La sua principale preoccupazione era di seguire la vocazione del cristiano alla santità anche nella sua azione politica. Per questo, il suo pensiero andava all'assistenza sociale. Sia un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilità politica!”. Con queste parole, il 3 ottobre di venti anni fa, San Giovanni Paolo II proclamava beato l'imperatore Carlo d'Asburgo. Un processo di beatificazione, non semplice. Eppure San Giovanni Paolo II volle ardentemente che l'ultimo imperatore d'Austria fosse beatificato.
Uomo di pace e di preghiera , Karl von Österreich (Carlo d'Asburgo), figlio primogenito dell'Arciduca Otto d'Austria, che nel 1911 sposò la principessa Zita di Borbone-Parma, dalla quale ebbe otto figli. “Sub Tuum Praesidium”, questo il motto inciso sulle loro fedi nuziali. Carlo divenne erede al trono in seguito all'assassinio nel 1914 dello zio Francesco Ferdinando. Due anni dopo, il 21 novembre 1916, alla morte dell’Imperatore Francesco Giuseppe, gli succedette automaticamente quale Imperatore d’Austria e dopo l’incoronazione di Budapest, il 30 dicembre 1916, nella Chiesa di San Mattia, Carlo diventò anche Re Apostolico d’Ungheria.
Fece per l'occasione questo proposito: “Farò tutto ciò che è in mio potere per bandire gli orrori ed i sacrifici della guerra il prima possibile, per ridare al mio popolo la benedizione della pace amaramente mancata”. Una frase che nel nostro oggi così travagliato da efferate guerre risuona forte come monito per tutti i governanti del mondo.
Forte il suo impegno contro ogni tipo di conflitto, come quando sostenne la posizione di Papa Benedetto XV contrario all' “inutile strage” della Prima Guerra Mondiale. Fu poi esiliato con la sua famiglia nell'isola portoghese di Madeira. La sua salute andò peggiorando visto il clima ostile al quale era stato sottoposto. Ha vissuto i suoi ultimi anni di vita nella povertà. La moglie Zita raccolse l'ultima testimonianza di suo marito: “Ho sempre cercato di conoscere la volontà di Dio e di eseguirla nel modo più perfetto”. La sua memoria liturgica è celebrata il 21 ottobre, data del matrimonio con la Serva di Dio Zita.