Al di là del valore artistico decorativo, le formelle hanno una valenza interpretativa allegorica del mito pagano di Ercole quale espressione di verità e virtù cristiane.
Certamente il monumento bronzeo del Bernini è la maggiore glorificazione che si possa fare della Cattedra, sia per il posto che essa occupa nella Basilica sia perché ne conferma l’esaltazione a simbolo della autorità magisteriale del Papa.
Per conoscere meglio questo pezzo di storia della Chiesa ci sono due volumi da consultare pubblicati dalla Pontifica Accademia Romana di Archeologia: Memorie, Volume X, La cattedra lignea di San Pietro in Vaticano, del 1971 e Memorie, in 8° Volume I, nuove ricerche sulla cattedra lignea di San Pietro in Vaticano. E c'è anche un bellissimo e pratico volume del Capitolo di San Pietro
Dai disegni dell’architetto Carlo Fontana fu tratta nel 1705 una fedele accurata riproduzione della Cattedra, oggi collocata nel Museo Tesoro del Capitolo di San Pietro.
Come scrive Dario Rezza la Cattedra venne collocata nell’abside della Basilica vaticana, il 17 gennaio 1666, per desiderio di papa Alessandro VII. La festa della Cattedra di san Pietro è il 22 febbraio, in uso a Roma già nel 336, anche se la sua origine e celebrazione non hanno alcun riferimento alla cattedra materiale, esprimeva infatti, ed esprime tuttora, la potestà di Pietro, radicata in Roma e lasciata ai suoi successori.
Nel 1630 Urbano VIII , lo steso che volle il Baldacchino sulla Canfessione, pose il problema della sistemazione definitiva della cattedra nella nuova Basilica e incaricò Gian Lorenzo Bernini di approntare una custodia confacente. Nel 1705 si fu un’ostensione straordinaria, quando Clemente XI ne fece eseguire, sotto la direzione dell’architetto Carlo Fontana, una riproduzione fedele, oggi visibile nel Museo storico artistico del Capitolo vaticano.
"Altra estrazione della cattedra dalla custodia bronzea è avvenuta alla fine del XVIII secolo per iniziativa di Pio VI.
L’ultima esposizione della cattedra vaticana è avvenuta nel 1867, dal 28 giugno al 9 luglio, in occasione delle feste centenarie di san Pietro, volute da Pio IX: essa fu traslata dal monumento berniniano sull’altare della Madonna gregoriana e richiamò un flusso notevole di fedeli. Ma al di là di un certo interesse culturale oltre che devozionale, nulla si poté approfondire dal punto di vista archeologico nei riguardi della reliquia petrina. Solo un secolo dopo, nel 1968, la richiesta degli studiosi di procedere ad esami più approfonditi in considerazione dell’alto valore storico e artistico dell’oggetto, fu accolta da Paolo VI. I fregi della traversa orizzontale del timpano mostrano nella parte centrale il busto di un sovrano con corona regale, che nella mano sinistra tiene un globo e nella destra un piccolo scettro. Non c’è dubbio, anche per un raffronto con analoghe rappresentazioni, che si tratti del re Carlo il Calvo.
"La tarda antichità e l’alto Medioevo ci hanno lasciato nella cattedra lignea di san Pietro un documento di grande valore artistico e storico, che ha assunto col tempo anche valore di reliquia divenendo oggetto di culto e che, pur senza porre una stretta connessione concettuale con l’oggetto materiale in sé, rimane il simbolo del magistero papale" conclude Dario Rezza.
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LA CATTEDRA LIGNEA DI SAN PIETRO
estratto a cura di Pietro Zander
responsabile sezione Necropoli e Beni Artistici Fabbrica di San Pietro in Vaticano
L’antica cattedra di San Pietro è costituita da un telaio esterno realizzato nel XIII secolo con travi di legno di castagno, di pino d’Aleppo (montanti angolari) e di frassino (traversa inferiore del retro). Ai montanti sono fissati quattro anelli metallici destinati al trasporto della cattedra durante le solenni processioni in basilica. Protetto da questo rivestimento il più antico seggio ha la forma di un trono privo di braccioli con spalliera sormontata da un timpano al cui interno si vedono tre aperture ovali per l’inserimento di una decorazione oggi perduta. Alcuni elementi di legno (rovere) erano rivestiti da una lamina di metallo prezioso (rame e argento dorato) ed erano decorati su ciascun lato da raffinatissimi fregi di avorio intagliato con motivi geometrici e vegetali, con figure simboliche e con scene figurate di ispirazione classica. Tra i flessuosi tralci vegetali della decorazione in avorio compaiono minute scene di combattimento, figure mitologiche, centauri, animali esotici e fantastici. I fianchi e la spalliera del trono erano ornati da piccoli archi, oggi solo in parte conservati e sostenuti da pilastrini con basi attiche e capitelli stilizzati.
Con ogni probabilità la Cattedra fu donata da Carlo il Calvo al papa Giovanni VIII (872-885) che lo incoronò nell’antica basilica di San Pietro nell’anno 875. Il busto dell’imperatore carolingio con corona e globo è infatti rappresentato al centro del fregio della traversa orizzontale del timpano tra due angeli che gli porgono una corona, seguiti da altri due angeli che innalzano una palma.
Sulla parte anteriore della Cattedra fu apposto in un secondo momento un pannello con una decorazione costituita da diciotto riquadri disposti su tre file con le dodici “Fatiche di Ercole” e con sei immagini di costellazioni nella forma di fantastiche creature. Formelle pertinenti ad un unico pannello che hanno tuttavia mutato l’originaria disposizione. Tali immagini sono finemente incise e delineate su dodici formelle di avorio applicate su due tavole di rovere. La figura di Ercole e le immagini dei sei riquadri inferiori erano rese tramite incavi riempiti di lamine
d’oro cesellate. Le cornici delle singole scene conservano tracce della raffinata lavorazione ad agemina, realizzata mediante l’inserimento in apposite cavità di smalti e colori.
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Sulla datazione delle formelle sono stati espressi pareri diversi: per Karl Weitzmann gli avori erculei sarebbero stati realizzati in un’officina della valle del Reno tra l’VIII e il IX secolo; per Margherita Guarducci sarebbero stati prodotti ad Alessandria d’Egitto tra il III e il IV secolo d.C. ed inseriti successivamente sul seggio carolingio.
Quest’ultima studiosa ipotizzò l’appartenenza del pannello con le fatiche di Ercole ad un trono dell’imperatore Massimiano Erculeo (286-305), trono che sarebbe stato in seguito utilizzato dai pontefici romani a cominciare dal IV secolo. Oggi, tramite specifiche e mirate indagini scientifiche di laboratorio, si potranno acquisire utili elementi per la definizione di una più precisa datazione.
Nella bolla di Benedetto IX del novembre 1037 si distingue la pratica della “intronizzazione” da quella della “incattedrazione”, attestando implicitamente l’uso della “Cattedra” da parte dei Romani Pontefici. Benedetto Canonico, nel 1140-1143, riferisce che durante la Messa nella solennità della Cattedra il papa doveva sedere “in Cattedra” ed è noto che Innocenzo III utilizzò la Cattedra per la sua consacrazione episcopale il 22 febbraio 1198.
Dopo l’anno mille si afferma anche la consuetudine di richiedere e ottenere “reliquie” (materiali o per contatto) dalla Cattedra, segno evidente che questo seggio papale dall’alto valore simbolico cominciava ad essere considerato, sulla base di una pia devozione, il seggio dove sedeva San Pietro quando predicava il Vangelo ad Antiochia e a Roma.
La cattedra carolingia subì nel tempo numerosi spostamenti documentati dalle fonti storiche e archivistiche. Nel IX secolo fu forse custodita nel Secretarium dell’antica basilica, una sorta di sacrestia pontificia che si trovava presso l’attuale “Arco delle Campane”. Venne poi avvicinata alla Confessione (XIII secolo) e fu successivamente spostata presso l’altare dei Santi Simone e Giuda a sinistra della navata maggiore dell’antica basilica. Poco prima del Giubileo
del 1450 fu posta nel tabernacolo di Sant’Adriano, eretto da Niccolò V (Parentucelli, 1447-1455) nel braccio meridionale del transetto. Nel 1576 fu traslata all’interno della cosiddetta “Rotonda di Sant’Andrea” o “di Santa Maria della Febbre”.
Nel 1630 Urbano VIII (Barberini, 1623-1644) decise di riportare il venerato seggio di legno all’interno della basilica e ordinò di costruire un piccolo oratorio e un altare dedicato alla “Santa Cattedra”. Questa fu collocata nel 1636 sopra l’altare dell’ultima cappella della navata sinistra, che era stata da poco adibita a battistero. Un disegno di Domenico Castelli custodito nella Biblioteca Apostolica Vaticana (cod. Vat. Barber. lat. 4409, f. 18)
mostra il primo monumento berniniano per la Cattedra di San Pietro su un alto basamento marmoreo fiancheggiato da due angeli su di un fondo di nubi dominato dalla figura raggiante della colomba dello Spirito Santo.