Città del Vaticano , martedì, 8. ottobre, 2024 19:00 (ACI Stampa).
Quella dell’ordinazione presbiterale per gli uomini sposati è “una questione delicata, perché è una questione di disciplina della Chiesa. Io non so se potrebbe essere la migliore soluzione alla carenza di sacerdoti, ma abbiamo bisogno di franchezza e di apertura per affrontarla. È un cammino, nella mia diocesi stiamo investendo sui diaconi permanenti: forse in futuro questi uomini sposati potranno anche essere ordinati presbiteri per una comunità specifica, ma non ho risposte preconfezionate, possiamo e dobbiamo affrontare con coraggio la questione, tenendo a mente la teologia ma cogliendo anche i segni dei tempi”. Lo ha detto, rispondendo alle domande dei giornalisti nel consueto briefing quotidiano sul Sinodo, l’Arcivescovo di Porto Alegre Monsignor Jaime Spengler. Il presule – che è anche Presidente della Conferenza Episcopale del Brasile e Presidente del CELAM – sarà creato cardinale dal Papa nel concistoro del prossimo 8 dicembre.
La questione dei cosiddetti "viri probati" dunque entra di nuovo nel dibattito del Sinodo, o almeno nelle conferenze stampa che tentano di illustrarlo.
Insieme a Monsignor Spengler hanno partecipato al briefing Monsignor Tarcisio Isao Kikuchi, Arcivescovo di Tokyo e Presidente di Caritas Internationalis e Monsignor Ignace Bessi Dogbo, Arcivescovo di Abidjan. Entrambi – insieme a Spengler – saranno creati cardinali nel prossimo concistoro.
Qui – ha osservato l’Arcivescovo di Tokyo – gettiamo la base della sinodalità, dobbiamo comprenderne tutti il significato altrimenti non sarà possibile costruire nulla. Vediamo poi uno scambio di doni tra le chiese, ci sono tante vocazioni che vengono dall’Asia, ci sono tanti missionari asiatici, adesso si va dai paesi in via di sviluppo verso quelli ricchi. Le periferie non sono solo in Africa o in Asia, la periferia sta arrivando in Europa”.
“Noi africani – ha sottolineato invece l’Arcivescovo di Abidjan - abbiamo diocesi ricche spiritualmente: la fede viene vissuta con gioia, una gioia semplice delle persone povere che non cercano chissà cosa. Una fede gioiosa, e l’Africa deve condividerla con il mondo intero. La specificità dell’Africa è la gioia delle cose semplici. Dobbiamo vivere in una Chiesa dove tutti hanno pari dignità”.