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Diario del Sinodo, alla ricerca dell'equilibrio tra astrazione e pragmatismo

Domani – è stato comunicato – si svolgerà l’elezione membri commissione per la redazione del documento finale

I lavori del Sinodo |  | Daniel Ibanez CNA I lavori del Sinodo | | Daniel Ibanez CNA

“La sfida per il nostro lavoro dei prossimi giorni è sintonizzarci con il movimento che anima l’Instrumentum laboris, capace di tenere insieme i diversi livelli e i diversi ambiti, e raggiungere così la vita e le pratiche concrete delle nostre comunità. L’Instrumentum laboris si è sforzato di raccogliere dalla Relazione di Sintesi anche una serie di proposte su cui l’anno scorso avevamo raggiunto un consenso, ma senza arrivare a una compiuta definizione. L’Instrumentum laboris ce le ripropone, ma in una forma ancora non definitiva”. Lo ha detto stamane aprendo i lavori della IV Sessione Circoli Minori il Cardinale Jean-Claude Hollerich, Relatore Generale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

“La sfida dei prossimi giorni – ha ribadito il porporato gesuita - sarà mantenere il delicato equilibrio che allontani il rischio di cadere in un eccesso di astrazione da una parte, o in un eccesso di pragmatismo dall’altra”.

La giornata di oggi in Aula Paolo VI è stata caratterizzata dalla preghiera e dal digiuno, secondo quanto chiesto dal Papa per l’ottenimento della pace, ad un anno dalle stragi compiute da Hamas che hanno dato il via alla guerra in Medio Oriente.

A tale proposito il Cardinale Krajewski, membro del Sinodo ed Elemosiniere di Sua Santità, ha proposto per la sessione pomeridiana dei lavori una colletta “per raccogliere l’elemosina che poi sarà inviata direttamente nella Striscia di Gaza al parroco di Gaza che da un anno, ogni giorno, viene chiamato dal Santo Padre per sostenere la Comunità che si è radunata e vive attorno alla Chiesa”.

Al termine dei lavori mattutini si è svolta la consueta conferenza stampa.

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Domani – è stato comunicato – si svolgerà l’elezione membri commissione per la redazione del documento finale.

Tra i presenti in Sala Stampa il Cardinale indiano Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay. “La Chiesa – ha detto - deve costruire ponti ed essere ponte, dobbiamo trasformare la chiesa  e il mondo con l'idea di camminare insieme, con la partecipazione, e qui l'interculturalità entra in gioco. Dobbiamo rispettare le altre culture, c'è grande ricchezza in Asia. Le culture locali ci aiuteranno, noi per natura siamo sinodali in India e in Asia. Bisogna valorizzare e rispettare le altre culture nel nostro lavoro altrimenti andremmo contro corrente”.

L’Arcivescovo di Vilnius e presidente del CCEE Monsignor Gintaras Grusas ha parlato del Sinodo non come di “un movimento burocratico: quello che abbiamo visto è un lavoro che riguarda la preghiera nell'affrontare anche questioni come la guerra. siamo unica famiglia che lavora e prega per la pace”.

Infine ha preso la parola Suor Mary Teresa Barron, Presidente dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali. Secondo la religiosa in questa assemblea sinodale si registra una “alta qualità dell'ascolto e la sinodalità diventerà un modus vivendi di una chiesa in ascolto e in missione”. Circa il ruolo della donna nella Chiesa, Suor Barron ha ammesso di non sentire “particolari pressioni” né all’interno, né all’esterno del Sinodo.