Roma , mercoledì, 2. ottobre, 2024 12:30 (ACI Stampa).
Tutti abbiamo nella nostra mente la famosa preghiera: “Angelo di Dio che sei mio custode”. Una preghiera tramandata dai nostri nonni, dai nostri genitori. Molti scrittori e santi della Chiesa, come Agostino, Tertulliano, Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Girolamo e Gregorio di Nissa hanno affermato che ciascun essere umano è dotato di un proprio angelo. L’angelo custode ci accompagna lungo la strada da intraprendere nella vita e non ci abbandona mai. A ricordarlo è stato più volte lo stesso Papa Francesco: “Un amico che noi non vediamo, ma che sentiamo”. E un amico che un giorno “sarà con noi in Cielo, nella gioia eterna”.
La memoria dei Santi Angeli è celebrata dal 1670. Il 2 ottobre è la data fissata da Papa Clemente X (1670-1676). Mentre la Chiesa Ortodossa li celebra l’11 gennaio. Importante ricordare che l’esistenza degli Angeli è dogma di fede, definito più volte dalla Chiesa come: nel Simbolo Niceno, nel Simbolo Costantinopolitano, nel IV Concilio Lateranense (1215) e durante il Concilio Vaticano I (1869-70)).
Il nome angelo, nella sua etimologia greca, “anghelos”, uguale a quella ebraica (mal’ak), indica propriamente la funzione di messaggero o ambasciatore: colui che annuncia, dunque. Ma, attraverso le gerarchie degli angeli, poi, troviamo diversi compiti a loro affidati. In merito a questa grandissima gerarchia, lo stuolo di angeli, fra i tanti scrittori-teologi che ne hanno parlato, è importante citare Dionigi in particolare, che spiega che tra Dio e l’uomo vi è una “gerarchia celeste”, costituita dal mondo angelico, in posizione intermedia fra il mondo umano e Dio: questa sequela di angeli è connessa strettamente all’umano.