Città del Vaticano , lunedì, 30. settembre, 2024 12:30 (ACI Stampa).
“Maestro di Sapienza/ e padre della fede,/ tu splendi come fiaccola/ nella Chiesa di Dio./ In te il divino Spirito/ dispensa con amore/ il pane e la parola/ sulla mensa dei piccoli”. Questo l’incipit delle Lodi di oggi intonate dai Vescovi per il ritiro spirituale che coinvolgerà (da oggi fino al 1° ottobre) i padri sinodali della seconda sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo. E sarà allo Spirito Santo che i partecipanti chiederanno ispirazione per questa nuova sessione che si svolgerà da mercoledì 2 ottobre a domenica 27 ottobre 2024.
La riflessione per le Lodi è stata affidata a Madre Maria Ignazia Angelini, badessa del monastero benedettino di Viboldone (Milano), impegnata da sempre nell'ecumenismo e nel dialogo con i non credenti. L’Angelini così si è espressa con tutti i Vescovi: “I loghismoi, la ricerca del dialogo, l’incomunicabilità tra le differenze, le barriere tra generazioni, tra culture abissalmente diverse: tutti gli ostacoli che abbiamo ben misurato in questi mesi di cammino tra un’Assemblea e l’altra, qui vengono confrontati con la misura di verità”. E ha continuato: “L’arte del dialogo qui rifondata, nella chiesa sinodale è decisiva, alternativa a tutti i dialoghismoi che più o meno consapevolmente portiamo in cuore. Arte che nasce da un piano di realtà, che Dio assume: dal dolore di una sordità percepita. Questa pazienza di Gesù nel farsi intendere da coloro che - pure scelti perché stiano con lui –, restano sordi, è rivelante: dice Dio. Che mai si arrende nella sua sete del Tu umano. E fonda l’arte del dialogo”.
Di seguito, il Cardinal Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo, ha rivolto alcune parole come indirizzo di saluto all’Assemblea sinodale: “Siamo come Mosè sul Sinai alla presenza del Signore. Anche a noi oggi il Signore ripete: «togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo santo». Sì, l’Assemblea sinodale è “luogo santo” di incontro con il Signore che è presente lì dove «due o tre» sono riuniti nel suo nome. O entriamo in questa prospettiva di preghiera, di fede, di incontro con Dio, o non assumiamo un autentico stile sinodale, non viviamo un'esperienza di sinodalità. Infatti il Sinodo non può che essere una preghiera, una liturgia, nella quale l’attore principale non siamo noi, ma lo Spirito Santo”.