Lussemburgo , giovedì, 26. settembre, 2024 17:23 (ACI Stampa).
Servizio, missione e gioia: sono le tre parole chiave, il mandato di Papa Francesco per la piccola comunità cattolica di Lussemburgo, che incontra nella Cattedrale di Notre Dame prima di partire e continuare il suo viaggio verso Bruxelles.
Il Papa è stato poco in Lussemburgo, il giro in auto scoperta è durato solo 25 minuti, mentre è arrivato a Notre Dame direttamente dal Palazzo Arcivescovile, con una puntatina dopo pranzo ad un Caffè, il Café Gruppetto, dove ci sono vari cimeli di ciclismo. Non c’è Messa, nel piccolo Granducato al centro dell’Europa, ma un incontro con la comunità cattolica che permette al Papa di conoscere la realtà del Paese. Un Paese che è già avviato, come quelli della sua area geografica, verso la secolarizzazione, ma dove resistono anche le tradizioni cristiane. Come la processione di primavera, che il Papa cita nel suo discorso, o come la devozione a Maria Consolatrice degli Afflitti, la cui immagine si venera da 400 anni e cui il Papa depone una rosa d’oro.
L’incontro è quello classico, con testimonianze, un indirizzo del Cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, e poi il discorso del Papa, che parte proprio dal tema del servizio e della consolazione. Ma prima Papa Francesco prende la parola dopo una testimonianza, per dire che “c’è un ritornello nella Bibbia: la vedova, l’orfano e lo straniero”. È un avere compassione di chi è abbandonato, come appunto le vedove, ma anche i migranti. Allora, dice Papa Francesco, “voglio ringraziare il governo lussemburghese per quello che fa per i migranti”.
Come ha già spiegato al corpo diplomatico nella mattina, Papa Francesco collega il tema del servizio a quello dell’accoglienza, ribadisce il todos, todos, todos di cui parla sempre Papa Francesco e che ha anche menzionato al discorso delle autorità del mattino. Papa Francesco incoraggia la Chiesa lussemburghese a rimanere fedele a questa eredità, “continuando a fare del vostro Paese una casa amica per chiunque bussi alla vostra porta chiedendo aiuto e ospitalità”.
Ricordando che Giovanni Paolo II, nel 1985, incoraggiava i giovani lussemburghesi a tracciare il cammino per una Europa “non solo delle merci e dei beni, ma dei valori, degli uomini e dei cuori”, Il Papa ribadisce che ci vuole “un’Europa, e un mondo, in cui il Vangelo sia condiviso nella parola dell’annuncio unita ai segni dell’amore”.