“Le scienze, nel loro tendere alla conoscenza e alla comprensione del mondo fisico, non devono mai perdere di vista l’importanza di utilizzare tale conoscenza per servire e promuovere la dignità delle persone e dell’umanità nel suo insieme”. Lo afferma il Papa nel discorso consegnato per l’udienza – annullata stamane a causa adi un lieve stato influenzale – alla Pontificia Accademia delle Scienze.

“Mentre il mondo affronta gravi sfide sociali, politiche e ambientali, vediamo chiaramente l’urgenza di un contesto più ampio, nel quale il discorso pubblico inclusivo non sia informato solo dalle diverse discipline scientifiche, ma anche dalla partecipazione di tutte le componenti sociali. A questo proposito, accolgo con favore e lodo vivamente l’intento dell’Accademia, nelle sue varie Conferenze, di prestare attenzione alle persone emarginate e povere, includendo i popoli indigeni”.

Il Papa affronta poi l’argomento dell’intelligenza artificiale. “Tale sviluppo- scrive - può rivelarsi benefico per l’umanità, ad esempio promuovendo innovazioni nei settori della medicina e dell’assistenza sanitaria, così come aiutando a proteggere l’ambiente naturale e consentendo l’uso sostenibile di risorse alla luce dei cambiamenti climatici. Tuttavia, come vediamo, può anche avere gravi implicazioni negative per la popolazione, specialmente per i bambini e gli adulti più vulnerabili. Inoltre, occorre riconoscere e prevenire i rischi di usi manipolatori dell’Intelligenza Artificiale per plasmare l’opinione pubblica, influenzare scelte di consumo e interferire con i processi elettorali. Queste sfide ci ricordano le dimensioni immutabilmente umane ed etiche di tutto il progresso scientifico e tecnologico. Desidero quindi ribadire la convinzione della Chiesa che la dignità intrinseca di ogni persona e la fraternità che ci lega come membri dell’unica famiglia umana devono stare alla base dello sviluppo di nuove tecnologie [...]. Gli sviluppi tecnologici che non portano a un miglioramento della qualità di vita di tutta l’umanità, ma al contrario aggravano le disuguaglianze e i conflitti, non potranno mai essere considerati vero progresso”.

“In questo senso, l’impatto delle forme di Intelligenza Artificiale sui singoli popoli e sulla comunità internazionale – conclude - richiede maggiore attenzione e studio. Sono lieto di sapere che la Pontificia Accademia delle Scienze sta lavorando, da parte sua, per proporre norme adeguate al fine di prevenire i rischi e promuovere i benefici in questo campo complesso”.