Roma , sabato, 14. settembre, 2024 14:00 (ACI Stampa).
In questi giorni si alternano diverse riflessioni e meditazioni al 53° Congresso internazionale di Quito. Cosa vuol dire vivere l'Eucaristia oggi? Cosa ha da dirci, nel nostro tempo presente, questo fondamentale Sacramento? Molto spesso si corre il rischio di guadare all'Eucaristia come a un “qualcosa” di esterno e di lontano. E, invece, è proprio l'Eucaristia che riesce ad accompagnarci nella vita di tutti i giorni.
Il Vescovo di Orihuela-Alicante, Monsignor José Ignacio Munilla, ha tenuto mercoledì scorso una conferenza al Congresso Eucaristico Internazionale di Quito (8-15 settembre). Un intervento in cui ha incoraggiato tutti a rivolgere lo sguardo a Gesù: “Abbiamo bisogno di Cristo per amare. Senza Gesù Cristo non sappiamo amare”. E ha continuato: “Potremmo noi compiere il comandamento di amare il prossimo come noi stessi, senza la grazia di Gesù Cristo? Impossibile".
Amare, il verbo "cardine". E deve andare di pari passo con un altro verbo “adorare”. Si adora la bellezza; si adora la persona amata; si adora ciò che ci rende migliori. L'Eucaristia riesce proprio a compiere questo “miracolo”: ci rende capaci di amare se si chiede al Signore la sua Grazia. Ma, allora, cosa vuol dire adorare il Santissimo Sacramento?
Le prime parole che ci vengono in mente sono quelle di San Tommaso d'Aquino, illustre teologo del 1200, autore di uno dei più famosi inni al Santissimo Sacramento, il Tantum Ergo: “Tantum ergo sacramentum/ veneremur cernui,/ et antiquum documentum/ novo cedat ritui;/ praestet fides supplementum/ sensuum Defectui” (Adoriamo, dunque, prostrati/ un sì gran sacramento;/ l'antica legge/ ceda al nuovo rito,/ e la fede supplisca/ al difetto dei nostri sensi”. In poche righe, San Tommaso d'Aquino riesce a sintetizzare la potenza e la bellezza dell'Eucaristia esposta ai fedeli Il fedele è davanti al Signore vivo in quel “pezzo” di Ostia e Dio, della creatura con il suo Creatore Ogni volta che adoriamo ci si unisce al Cielo: è al Cielo che rivolgiamo le nostre preghiere.