Invece chi “come i maestri della legge che si sentono puri e maestri sanno soltanto condannare”.
E aggiunge: “Se non puoi dare l’assoluzione per favore non bastonare, quello che viene viene a cercare conforto perdono e pace che trovi un padre”.
Rivolto ai cappuccini dice: “avete questo speciale dono del Signore perdonare e vi chiedo non stancatevi di perdonare” perché “sempre trovava il modo di perdonare o almeno di lasciare l’anima in pace”. Poi un racconto di un confessore “ un gran perdonatore”......che pregava davanti al Sacramento “ Signore sei stato tu a darmi il cattivo esempio”.
Il Papa parla del linguaggio dei gesti: “se una persona si avvicina al confessionale è perché vorrebbe cambiare e lo dice con il gesto di avvicinarsi”. Per questo “non è necessario fare delle domande” perché “se viene è perché nella sua anima non vorrebbe farlo più” però “ tante volte non possono perché sono condizionati dalla psicologia, dalla vita, dalle situazioni. Ad impossibilia nemo tenetur”. Allora dice il Papa non si deve cadere nel pelagianismi: siate grandi perdonatori.
Perché chi non sa perdonare diventa un grande condannatore e, spiega il Papa “chi lo è nella bIbbia? Il Diavolo”.
E aggiunge il Papa: “dico a tutti sacerdoti che vanno a confessare di essere umili. Magari dite io celebro, lavo i pavimenti, ma confessare no perché non so farlo bene”.
E il Papa ha concluso la sua riflessione chiedendo per tutti la grazia di essere buoni confessori.
La messa è stata celebrata all’ altare della cattedra, a concelebrare con il Papa anche i cardinali del C9 che in questi giorni sono al lavoro con il Papa.
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