splendore incontaminato di questo territorio e delle sue risorse naturali e umane”.
In particolare, Papa Francesco loda l’impegno dei timorensi per “giungere a una piena riconciliazione con i fratelli dell’Indonesia”, e il fatto che abbiano “mantenuto salda la speranza anche nell’afflizione”, trasformando il dolore in gioia.
Papa Francesco auspica che l’esempio di Timor Est sia esempi in altre situazioni di conflitto nel mondo, ed esorta “a proseguire con rinnovata fiducia nella sapiente costruzione e nel consolidamento delle istituzioni della vostra repubblica, in modo che i cittadini si sentano effettivamente rappresentati”, ed è necessaria "una purificazione della memoria", perché l'unità sempre supera il conflitto.
La sfida, per Timor Est, ora che c’è un orizzonte “sgombro da nuvole nere”, è quello di mantenere la fede. Papa Francesco esorta affinché “la fede, che vi ha illuminato e sostenuto nel passato, continui a ispirare il vostro presente e il vostro futuro”, e che criteri, progetti e scelte siano ispirati secondo Vangelo.
Tra le questioni di attualità, Papa Francesco cita l’emigrazione, ma anche “la difficoltà di offrire a tutti un lavoro che produca un equo profitto e garantisca alle famiglie un reddito corrispondente alle loro esigenze di base”, e "non sempre sono situazioni esterne", e la povertà “presente in tante zone rurali”, laddove serve “una azione corale di ampio respiro” che coinvolga tutti per “offrire valide alternative all’emigrazione”.
Papa Francesco, però, non manca di ricordare anche le “piaghe sociali”, dall’alcolismo alle bande giovanili, nonché lo sfruttamento dei minori, e infine – en passant – dello sfruttamento delle risorse naturali (parte dell’ultima campagna elettorale a Timor Est verteva proprio sullo sfruttamento di un giacimento di idrocarburi). Il Papa aggiunge di aver apprezzato le parole del presidente Ramos Horta sulla questione dell'educazione.
Papa Francesco sottolinea che è importante l’educazione di coloro che “saranno chiamati ad essere la classe dirigente del Paese in un non lontano futuro”, e propone la dottrina sociale della Chiesa come base del processo formativo, che è “un pilastro indispensabile su cui costruire specifiche conoscenze e al quale sempre occorre appoggiarsi, per verificare se tali ulteriori acquisizioni siano andate veramente a favore dello sviluppo integrale o non risultino invece di ostacolo, producendo squilibri inaccettabili e una quota elevata di scartati, lasciati ai margini”. Aggiunge Papa Francesco che la "dottrina sociale della Chiesa non è una ideologia, è basata sulla fratellanza e vuole favorire lo sviluppo dei popoli".
Papa Francesco aggiunge una cosa che "porta dentro", anche se non è nel discorso preparato. "Che cosa è che ha questo Paese? Il popolo! Prendetevi cura del vostro popolo. Il popolo è meraviglioso. Nelle poche ore in cui sono stato qui si vede come è il popolo. Si esprime con dignità e con gioia".
Nonostante i problemi, il Papa invita ad avere “uno sguardo pieno di speranza per l’avvenire”, perché il 65 per cento dei timorensi ha meno di 30 anni, dato che conferma la necessità di investire nell’educazione, e l'età media è di 46 anni, e il 45 per cento ha meno di 30 anni", ed è per questo che l'educazione è un ambito fondamentale e "ci sono molte università, cose che forse prima, 20 anni fa non c'erano. Investite nell'educazione delle famiglie e delle scuole".
Papa Francesco aggiunge di essere stato felice di vedere i "bambini sorridere", e dà un consiglio: "Riunite i bambini con i nonni, questo incontro provoca saggezza. Pensateci! Questa entusiasmo e questa saggezza sono una grande risorsa che non permettono una passività e nemmeno il pessimismo".
Il pontefice ribadisce che “la Chiesa Cattolica, la sua dottrina sociale, le sue istituzioni per l’assistenza e la carità ai bisognosi, quelle educative e quelle sanitarie sono al servizio di tutti e sono anch’esse una preziosa risorsa, che consente di guardare al futuro con occhi pieni di speranza”.
Papa Francesco ricorda quindi che “Timor-Leste, che ha saputo far fronte a momenti di grande tribolazione con paziente determinazione ed eroismo, oggi vive come Paese pacifico e democratico, che si impegna nella costruzione di una società solidale e fraterna, sviluppando relazioni pacifiche con i vicini nell’ambito della comunità internazionale”. È un dato, nota il Papa, che fa riflettere e dà fiducia per il futuro.
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