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Papa Francesco a Timor Est: “La fede continui ad ispirare il vostro presente e futuro”

Il Papa incontra la società civile e diplomatica di Timor Est. L’invito ad avere istituzioni stabili. Il plauso per il cammino di riconciliazione

Papa Francesco, Ramos Horta | Papa Francesco e il presidente Ramos Horta, durante l'incontro con le autorità, Dili, Timor Est, 9 settembre 2024 | Daniel Ibanez / ACI Group
Papa Francesco, Ramos Horta | Papa Francesco e il presidente Ramos Horta, durante l'incontro con le autorità, Dili, Timor Est, 9 settembre 2024 | Daniel Ibanez / ACI Group
Papa Francesco, Ramos Horta | Papa Francesco con il presidente Ramos Horta nel momento dell'accoglienza al Palazzo Presidenziale, Dili, Timor Est, 9 settembre 2024 | Daniel Ibanez / ACI Group - Pool VAMP
Papa Francesco, Ramos Horta | Papa Francesco con il presidente Ramos Horta nel momento dell'accoglienza al Palazzo Presidenziale, Dili, Timor Est, 9 settembre 2024 | Daniel Ibanez / ACI Group - Pool VAMP

Alla fine, la linea rossa dei discorsi diplomatici di Papa Francesco in questo suo lungo periplo tra Asia ed Oceania è la fede. E a Timor Est, dove la fede ebbe una parte essenziale nel cammino verso l’indipendenza, questo richiamo alla fede è ancora più sentito. Così, Papa Francesco, dopo aver plaudito al cammino di riconciliazione intrapreso con gli indonesiani che li avevano occupati per decenni, dopo aver apprezzato che il Documento della Fraternità Umana di Abu Dhabi sia stato adottato a Timor Est come documento nazionale, dopo aver chiesto di continuare nel percorso delle istituzioni stabili, chiede agli abitanti di Timor Est di conservare quella fede che è stata di ispirazione e forza nel cammino dell’indipendenza.

Papa Francesco è arrivato a Dili, è passato in nunziatura, e poi è andato subito nel Palazzo Presidenziale Nicoalu Lobato. Scambio di inni nazionali e di doni, firma del libro di onore, bilaterale in privato con il presidente José Manuel Ramos Horta e poi l’incontro con le autorità civili e diplomatiche del Paese per un discorso, un indirizzo che può avere grande importanza.

Papa Francesco sottolinea che a Timor Est Asia e Oceania “si sfiorano e, in un certo senso, incontrano l’Europa”, se non altro per il ruolo dei missionari – i domenicani portoghesi, che vi portarono il Vangelo, - e per la colonizzazione, cosa che fa dire che “il cristianesimo, nato in Asia, è arrivato a queste estreme propaggini del continente tramite missionari europei, testimoniando la propria vocazione universale e la capacità di armonizzarsi con le più diverse culture, le quali, incontrandosi con il Vangelo, trovano una nuova sintesi più profonda”.

Aggiunge il Papa: “Il cristianesimo si incultura. (…) Una delle dimensioni fondamentali del cristianesimo è l’inculturazione della fede e la cristianizzazione della cultura”.

Papa Francesco ricorda gli anni dal 1975 al 2002 – dall’indipendenza dichiarata a quella restaurata – come “gli anni della passione e della grande prova” per Timor Est, Paese che ha però “saputo risorgere, ritrovando un cammino di pace e di apertura a una nuova fase, che vuole essere di sviluppo, di miglioramento delle condizioni di vita, di valorizzazione a tutti i livelli dello

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splendore incontaminato di questo territorio e delle sue risorse naturali e umane”.

In particolare, Papa Francesco loda l’impegno dei timorensi per “giungere a una piena riconciliazione con i fratelli dell’Indonesia”, e il fatto che abbiano “mantenuto salda la speranza anche nell’afflizione”, trasformando il dolore in gioia.

Papa Francesco auspica che l’esempio di Timor Est sia esempi in altre situazioni di conflitto nel mondo, ed esorta “a proseguire con rinnovata fiducia nella sapiente costruzione e nel consolidamento delle istituzioni della vostra repubblica, in modo che i cittadini si sentano effettivamente rappresentati”, ed è necessaria "una purificazione della memoria", perché l'unità sempre supera il conflitto.

La sfida, per Timor Est, ora che c’è un orizzonte “sgombro da nuvole nere”, è quello di mantenere la fede. Papa Francesco esorta affinché “la fede, che vi ha illuminato e sostenuto nel passato, continui a ispirare il vostro presente e il vostro futuro”, e che criteri, progetti e scelte siano ispirati secondo Vangelo.

Tra le questioni di attualità, Papa Francesco cita l’emigrazione, ma anche “la difficoltà di offrire a tutti un lavoro che produca un equo profitto e garantisca alle famiglie un reddito corrispondente alle loro esigenze di base”, e "non sempre sono situazioni esterne", e la povertà “presente in tante zone rurali”, laddove serve “una azione corale di ampio respiro” che coinvolga tutti per “offrire valide alternative all’emigrazione”.

Papa Francesco, però, non manca di ricordare anche le “piaghe sociali”, dall’alcolismo alle bande giovanili, nonché lo sfruttamento dei minori, e infine – en passant – dello sfruttamento delle risorse naturali (parte dell’ultima campagna elettorale a Timor Est verteva proprio sullo sfruttamento di un giacimento di idrocarburi). Il Papa aggiunge di aver apprezzato le parole del presidente Ramos Horta sulla questione dell'educazione.

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Papa Francesco sottolinea che è importante l’educazione di coloro che “saranno chiamati ad essere la classe dirigente del Paese in un non lontano futuro”, e propone la dottrina sociale della Chiesa come base del processo formativo, che è “un pilastro indispensabile su cui costruire specifiche conoscenze e al quale sempre occorre appoggiarsi, per verificare se tali ulteriori acquisizioni siano andate veramente a favore dello sviluppo integrale o non risultino invece di ostacolo, producendo squilibri inaccettabili e una quota elevata di scartati, lasciati ai margini”. Aggiunge Papa Francesco che la "dottrina sociale della Chiesa non è una ideologia, è basata sulla fratellanza e vuole favorire lo sviluppo dei popoli".

Papa Francesco aggiunge una cosa che "porta dentro", anche se non è nel discorso preparato. "Che cosa è che ha questo Paese? Il popolo! Prendetevi cura del vostro popolo. Il popolo è meraviglioso. Nelle poche ore in cui sono stato qui si vede come è il popolo. Si esprime con dignità e con gioia".

Nonostante i problemi, il Papa invita ad avere “uno sguardo pieno di speranza per l’avvenire”, perché il 65 per cento dei timorensi ha meno di 30 anni, dato che conferma la necessità di investire nell’educazione, e l'età media è di 46 anni, e il 45 per cento ha meno di 30 anni", ed è per questo che l'educazione è un ambito fondamentale e "ci sono molte università, cose che forse prima, 20 anni fa non c'erano. Investite nell'educazione delle famiglie e delle scuole". 

Papa Francesco aggiunge di essere stato felice di vedere i "bambini sorridere", e dà un consiglio: "Riunite i bambini con i nonni, questo incontro provoca saggezza. Pensateci! Questa entusiasmo e questa saggezza sono una grande risorsa che non permettono una passività e nemmeno il pessimismo". 

Il pontefice ribadisce che “la Chiesa Cattolica, la sua dottrina sociale, le sue istituzioni per l’assistenza e la carità ai bisognosi, quelle educative e quelle sanitarie sono al servizio di tutti e sono anch’esse una preziosa risorsa, che consente di guardare al futuro con occhi pieni di speranza”.

Papa Francesco ricorda quindi che “Timor-Leste, che ha saputo far fronte a momenti di grande tribolazione con paziente determinazione ed eroismo, oggi vive come Paese pacifico e democratico, che si impegna nella costruzione di una società solidale e fraterna, sviluppando relazioni pacifiche con i vicini nell’ambito della comunità internazionale”. È un dato, nota il Papa, che fa riflettere e dà fiducia per il futuro.