Città del Vaticano , lunedì, 8. febbraio, 2016 9:00 (ACI Stampa).
Il primo, storico, incontro tra Papa Francesco e Kirill non arriva per caso. È frutto di un cammino lungo. Ci avevano già provato Giovanni Paolo II, e tutto era pronto per un incontro a Graz con l’allora patriarca Alexey II, poi saltato. Ci aveva provato Benedetto XVI, ma due volte l’incontro con Kirill, già preparato, non era andato a buon fine. Ora Kirill ci riesce con Papa Francesco. Un incontro in aeroporto, a Cuba, in un luogo lontano dall’Europa sulla quale la Chiesa ortodossa vive una sua crisi. Un incontro ecumenico per la natura dei protagonisti, ma senza una celebrazione ecumenica che lo suggelli.
Fonti vicine al Patriarcato Ortodosso di Mosca spiegano ad ACI Stampa che una delle ragioni è sicuramente l’imminenza del Grande e Santo Concilio pan-ortodosso, che si tiene il prossimo giugno a Creata. Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, che si è adoperato per organizzare il Concilio Pan-Ortodosso, ha mostrato nel corso di questi anni grande vicinanza con la Chiesa cattolica, tanto da essere il primo patriarca a partecipare alla Messa di inizio pontificato di un Papa. Prima del Concilio, per ragioni di “politica ecclesiastica”, Kirill deve mostrare di non essere da meno di Bartolomeo, per arrivare a Creta in una posizione paritaria con il Patriarcato di Costantinopoli. Ed eccolo allora approfittare dell’opportunità di incontrare il Papa, e di essere il primo patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie a farlo.
Una mossa che per Kirill è quasi un passaggio naturale: si sente ideologicamente molto vicino alla Chiesa cattolica, è il figlio spirituale del metropolita Nikodin che morì in Vaticano nel 1978 tra le braccia di Giovanni Paolo I.
Ma è anche un uomo della Chiesa ortodossa russa, che – raccontano le fonti – “ha sempre fatto un po’ da braccio del ministero degli Esteri del Cremlino”. C’è, dunque, una seconda ragione, squisitamente politica, perché “un incontro di questo tipo certamente dà una immagine della Russia di maggiore apertura, e mostra il Papa vicino a tutta la Russia. E la Russia, in questo momento di isolamento diplomatico, può gettare un ponte verso l’occidente. Non è un caso che il presidente Vladimir Putin è venuto ben due volte in Vaticano negli ultimi due anni, e che subito dopo sia passato in visita anche il metropolita Hilarion, a capo delle relazioni estere del Patriarcato”.
Non sono le uniche ragioni, spiega ad ACI Stampa lo ieromonaco della Chiesa ortodossa Ioan (Giovanni) Guaita, chierico della parrocchia dei santi Cosma e Damiano a Mosca, che fino all’anno scorso ha lavorato al Patriarcato, al Dipartimento delle Relazioni Esterne che di fatto sta preparando questo incontro.