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Papa Francesco: "Non dimentichiamo i caduti sul lavoro nelle infrastrutture energetiche"

Papa Francesco riceve in Udienza questa mattina i dirigenti e dipendenti dell’Azienda “Terna”

Energia elettrica |  | Dal sito della Diocesi di Torino Energia elettrica | | Dal sito della Diocesi di Torino

Papa Francesco riceve in Udienza questa mattina i dirigenti e dipendenti dell’Azienda “Terna”, come specificato dal Papa, "un’impresa che è tra gli attori più importanti della vita economica e sociale in Italia e in Europa, con presenze significative in altri Paesi".

"Un’azienda che, operando in un settore cruciale, quello della gestione della rete elettrica, è dietro l’energia che ogni cittadino usa ogni giorno. Quindi siete un operatore di bene comune, il bene di tutti e di ciascuno. Quando accendiamo la luce di casa, non pensiamo che quel gesto funziona grazie al lavoro di tante persone, alla loro intelligenza e competenza, e anche ai loro sacrifici. Non dimentichiamo i caduti sul lavoro nelle infrastrutture energetiche, e facciamo in modo che non ce ne siano più!", il primo pensiero di Papa Francesco.
Terna Rete Italia gestisce la rete di trasmissione nazionale italiana con 75140 km di linee elettriche in alta tensione.

"Voi vi impegnate per un futuro alimentato da energia pulita, per nuovi modi di consumarla e di produrla basati sempre più su fonti rinnovabili. In effetti, c’è molta energia sporca nel pianeta. Sporca, certo, per le troppe fonti fossili e non rinnovabili; ma anche sporcata dall’ingiustizia, da guerre che nascono e si alimentano dalla fame di energia; sporcata da rapporti di lavoro ingiusti, da concentrazioni di enormi profitti in poche mani, da ritmi di lavoro insostenibili che inquinano le relazioni aziendali e l’anima delle persone. L’energia buona non è soltanto una questione tecnologica: bisogna che la produzione e il consumo diventino sempre più equi e inclusivi. La sfida della inclusività, includere", aggiunge il Pontefice.

"In effetti, l’inclusione energetica, la democrazia energetica, è oggi una sfida a più dimensioni. Non si può essere cittadini sovrani se si resta sudditi energetici. Ecco perché merita di essere sostenuta e incoraggiata la diffusione delle comunità energetiche, quelle nuove espressioni di cittadinanza integrale e di democrazia, che, con fatica, si stanno sviluppando anche in Italia. E questo è buono", ancora il pensiero del Papa.

"Alcuni decenni fa avete portato la luce anche nelle case dei poveri. Quei tralicci e quei pali che trasportavano l’energia elettrica nelle campagne erano accolti con applausi, come si accoglie un grande dono. Per capirlo dobbiamo tornare ai racconti dei nostri nonni che erano contadini, al giorno in cui pigiarono il primo interruttore e tutto in casa s’illuminò all’improvviso. Molti, quella sera, dissero una preghiera per ringraziare di quel “miracolo” che migliorava la loro vita, che permetteva ai figli di studiare meglio e a tutti di fare il bagno con l’acqua calda. Ancora oggi, in certi villaggi dell’Africa e dell’Asia, anche dell’America Latina, si vedono di sera grappoli di giovani sotto i pochi lampioni a studiare, perché non hanno l’energia elettrica in casa. Non è un caso che, durante le guerre, le prime infrastrutture colpite nelle città sono quelle elettriche, perché così si colpisce direttamente la vita delle famiglie, e si abbatte il morale della gente", conclude così il Papa chiedendo ai presenti di ricordare che il "lavoro è anche amore sociale, fraternità civile".

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