Roma , sabato, 31. agosto, 2024 10:00 (ACI Stampa).
Mercoledì papa Francesco ha dedicato l’intera catechesi settimanale al tema delle migrazioni invitando all’accoglienza dei migranti che raggiungono i nostri territori. Per il papa “il mare nostrum, luogo di comunicazione fra popoli e civiltà, è diventato un cimitero. E la tragedia è che molti, la maggior parte di questi morti, potevano essere salvati".
Una udienza molto sentita e che ha suscitato anche molte reazioni. Dal papa – ha detto ad una agenzia di stampa il presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni della Cei, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego - è arrivato un “chiaro messaggio a chi sta facendo accordi per la morte e non per la vita”. Un richiamo, quello del Pontefice, “chiaro alle nostre comunità cristiane a tenere al centro e a coniugare oggi l'opera di misericordia 'Ero forestiero e siete venuti a trovarmi', a connettere questo tema con la realtà di chi sta viaggiando in mare e nel deserto e muore”.
Nei giorni scorsi una barca a vela promossa dall’ufficio Migrantesdella diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola ha affiancato la nave "Mare Jonio" dell'Associazione Mediterranea Saving Humans. Un viaggio mirato a raccogliere dati e informazioni sull'azione di monitoraggio, ricerca e soccorso dei migranti nel Mediterraneo. In una nota si sottolineavano alcuni dati dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) dell'Onu: dal 1 gennaio al 17 agosto scorso sono morte o risultano disperse nel Mediterraneo Centrale oltre 1.000 persone. Sul tema dell’accoglienza anche un intervento del vice presidente della Cei, il vescovo di Cassano allo Ionio, Francesco Savinoche,commentando le parole del Papa, ha detto che “un’identità che non si apre al mondo è destinata al suicidio.
Il meticciato è segno di civiltà, lo dice la Storia”. Savino ha quindi ricordato come “l’Italia è un popolo che è sempre emigrato, in America, in Australia, in Germania e Svizzera”. Papa Francesco “da sempre ricorda come bisogna accogliere, proteggere, integrare sempre nella legalità”, sottolinea l’arcivescovo di Ancona-Osimo, Angelo Spina aggiungendo che “il nostro è oramai un mondo che si muove, viviamo una immigrazione globale. È grave vedere morire gente in mare, il mare diventa la tomba dell’umanità e noi abbiamo le case chiuse perché i cuori sono chiusi. Bisogna promuovere, accogliere, integrare, sempre però nella legalità”.