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Il Martirio di San Giovanni Battista nell'arte

Quali sono le opere pittoriche che hanno descritto il martirio del Santo?

"San Giovanni Decollato", Caravaggio | "San Giovanni Decollato", Caravaggio | Credit Vatican Media

Colori che ci narrano una storia, un episodio: ci descrivono personaggi ed emozioni. E’ questa, l’arte pittorica. Un profilo, un volto, un’ambientazione in un riquadro: quei personaggi, ritratti nella tela, sembrano quasi vivi. E noi, spettatori silenziosi davanti a simili opere, non possiamo che rimanere estasiati: ci sembra di vivere quell’episodio raccontato dai mirabili colori che compongono il quadro. L’arte pittorica, nei secoli, ha tratto - in diverse occasioni - i propri soggetti dal Testo dei testi, la Bibbia. Le pagine del Vecchio e del Nuovo Testamento, preziosi scrigni di storie, donne e uomini da raccontare.

Così è stato per l’episodio scritto dall’Evangelista Marco: “E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre”. I personaggi sono Erode, sua figlia Salomè e Giovanni Battista. In sintesi estrema: il martirio di un Santo, il “precursore” di Gesù.

Gli artisti non potevano non catapultarsi in simili pagine: ricche di pathos drammatico e colmo di sentimenti. Un episodio che un po’ tutti conserviamo gelosamente nel nostro immaginario. Quella testa nel vassoio parla: indescrivibile quanto possa entrare nei nostri animi un simile episodio. Caravaggio, il ribelle del Barocco, con i suoi chiaro-scuri e il suo forte senso drammaturgico della tela non poteva che esserne affascinato. Nasce così una delle più belle raffigurazioni del martirio del santo: “La decollazione di S. Giovanni Battista”, una tela di cinque metri per quattro, custodita nella Concattedrale di San Giovanni a La Valletta (Malta). Nell’opera sono rappresentati il carceriere imperterrito, il boia che s'appresta a vibrare il colpo finale e una giovane che porta un bacile che servirà a contenere la testa del Battista; intanto un’anziana signora si copre il volto con le mani per l'orrore mentre da una grata dell’edificio sullo sfondo, due carcerati assistono alla scena. La composizione delle figure è dinamica e drammatica: non è un quadro quello che rappresenta Caravaggio ma una vera e propria scena di teatro. La luce è tutto, anche in questa rappresentazione: aiuta a dare alla scena un senso drammatico. 

Cambiamo epoca, cambiamo artista. Questa volta è il Masaccio a descriverci il martirio di San Giovanni Battista. Parliamo di una tempera su tavola (dimensioni: 30,5x21 cm) proveniente dallo smembrato polittico di Pisa ed oggi conservato nei Musei statali di Berlino. Risale al 1426. Non troviamo, certo, tutta la drammaticità caravagesca ma quest’opera rappresenta un’altra testimonianza di come l’arte pittorica sia stata capace di trasmettere in pochi metri quadrati quelle emozioni così ben narrate dall’Evangelista Marco. La scena del Masaccio mostra la decollazione del Battista, un attimo prima che il martirio sia compiuto. Sulla sinistra, in primo piano, troviamo un comandante con il bastone che ha ordinato l'esecuzione: il suo perentorio gesto è più che eloquente; due soldati esegueno l’ordine: uno è di spalle (sta vibrando il colpo di grazia), mentre l'altro tiene forte la testa del Santo per i capelli. Lo percuote con un bastone. Il “protagonista” del racconto, Giovanni Battista, è inginocchiato su un gradino e curvo per offrire il collo al carnefice. Davanti a lui,  la cesta, pronta ad accogliere il suo capo.

Una delle opere più iconiche è quella di Andrea Solario, databile al 1507 e conservata nel Museo del Louvre a Parigi: è la tela, “La testa di Giovanni Battista”. Molto probabilmente, Solario si rifaceva a un disegno di Leonardo da Vinci. Colpiscono della tela del Solario i risvolti della luce: ben evidenti i riflessi del volto sul piatto d’argento.  Il volto del Santo, probabilmente, cela un autoritratto dell'artista.

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