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Udienza di Papa Francesco, I mari e i deserti dei migranti

Un "fuori programma" all'udienza di oggi. Nessuna catechesi ma una meditazione sul tema dei migranti

Papa Francesco all'udienza in Piazza San Pietro | Papa Francesco all'udienza in Piazza San Pietro | Credit Vatican Media Papa Francesco all'udienza in Piazza San Pietro | Papa Francesco all'udienza in Piazza San Pietro | Credit Vatican Media

Un sole ancora non luminoso, con cielo un po’ velato, ha salutato Papa Francesco all’Udienza Generale di questa mattina in Piazza San Pietro. Gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo si sono riuniti alle 9,00 di questa mattina. 

Non la consueta catechesi, stamane, bensì una meditazione sul tema “Mare e deserto”: tema tratto dal Salmo 107. Un “fuori programma” per poter fermarsi “a pensare alle persone  che – anche in questo momento – stanno attraversando mari e deserti per raggiungere una terra dove  vivere in pace e sicurezza. Mare e deserto: queste due parole ritornano in tante testimonianze che ricevo, sia da parte di  migranti, sia da persone che si impegnano per soccorrerli”, così inizia Papa Francesco il suo discorso alla piazza. E continua: “Quando dico “mare”, nel contesto delle  migrazioni, intendo anche oceano, lago, fiume, tutte le masse d’acqua insidiose che tanti fratelli e  sorelle in ogni parte del mondo sono costretti ad attraversare per raggiungere la loro meta”. 

Poi, il tema del “deserto” inteso non solo quello fatto “di sabbia e dune, o quello roccioso”. Papa Francesco pensa anche a “tutti quei territori impervi e pericolosi, come le foreste, le giungle, le steppe dove i migranti camminano da soli,  abbandonati a sé stessi”. 

Poi ricorda le “troppe persone” che trovano la morte percorrendo “le rotte migratorie di oggi”. E aggiunge: “Alcune di queste rotte le conosciamo meglio, perché stanno spesso sotto i riflettori; altre, la maggior parte, sono poco note, ma non per questo meno battute”. Riguardo ai migranti per mare, soprattutto per “il mare nostrum, luogo di comunicazione fra popoli e civiltà” - che è “diventato un cimitero” - riserva parole forti:  “La maggior parte di questi morti, potevano essere salvati. Bisogna dirlo con chiarezza: c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave”. 

Papa Francesco non usa mezzi termini e continua: “Nell’epoca dei satelliti e dei droni, ci sono uomini, donne e bambini migranti che nessuno deve vedere. Solo Dio li vede e ascolta il loro grido”. Nella Bibbia, ricorda, sono presenti questi luoghi che “assistono al dramma della fuga del popolo, che scappa dall’oppressione e dalla schiavitù. Sono luoghi di sofferenza, di paura, di disperazione, ma nello stesso tempo sono luoghi di passaggio per la liberazione, per il riscatto, per raggiungere la libertà e il compimento delle promesse di Dio”.  In merito ricorda il salmo 77: “Sul mare la tua via / i tuoi sentieri sulle grandi acque”. E ancora, il 136: “Guidò il suo popolo nel deserto, / perché il suo amore è per sempre”. 

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A chi fugge per mare e per deserti, Papa Francesco rassicura: “Dio stesso attraversa il mare e il deserto; non rimane a distanza, no, condivide il dramma dei migranti, è lì con loro, soffre con loro, piange e spera con loro”. 

Riguardo al problema della migrazione, la soluzione “non è attraverso leggi più restrittive, non è  con la militarizzazione delle frontiere, non è con i respingimenti che otterremo questo risultato. Lo  otterremo invece ampliando le vie di accesso sicure e regolari per i migranti, facilitando il rifugio  per chi scappa da guerre, violenze, persecuzioni e da varie calamità; lo otterremo favorendo in ogni  modo una governance globale delle migrazioni fondata sulla giustizia, sulla fratellanza e sulla solidarietà”.