Città del Vaticano , mercoledì, 28. agosto, 2024 9:19 (ACI Stampa).
Un sole ancora non luminoso, con cielo un po’ velato, ha salutato Papa Francesco all’Udienza Generale di questa mattina in Piazza San Pietro. Gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo si sono riuniti alle 9,00 di questa mattina.
Non la consueta catechesi, stamane, bensì una meditazione sul tema “Mare e deserto”: tema tratto dal Salmo 107. Un “fuori programma” per poter fermarsi “a pensare alle persone che – anche in questo momento – stanno attraversando mari e deserti per raggiungere una terra dove vivere in pace e sicurezza. Mare e deserto: queste due parole ritornano in tante testimonianze che ricevo, sia da parte di migranti, sia da persone che si impegnano per soccorrerli”, così inizia Papa Francesco il suo discorso alla piazza. E continua: “Quando dico “mare”, nel contesto delle migrazioni, intendo anche oceano, lago, fiume, tutte le masse d’acqua insidiose che tanti fratelli e sorelle in ogni parte del mondo sono costretti ad attraversare per raggiungere la loro meta”.
Poi, il tema del “deserto” inteso non solo quello fatto “di sabbia e dune, o quello roccioso”. Papa Francesco pensa anche a “tutti quei territori impervi e pericolosi, come le foreste, le giungle, le steppe dove i migranti camminano da soli, abbandonati a sé stessi”.
Poi ricorda le “troppe persone” che trovano la morte percorrendo “le rotte migratorie di oggi”. E aggiunge: “Alcune di queste rotte le conosciamo meglio, perché stanno spesso sotto i riflettori; altre, la maggior parte, sono poco note, ma non per questo meno battute”. Riguardo ai migranti per mare, soprattutto per “il mare nostrum, luogo di comunicazione fra popoli e civiltà” - che è “diventato un cimitero” - riserva parole forti: “La maggior parte di questi morti, potevano essere salvati. Bisogna dirlo con chiarezza: c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave”.
Papa Francesco non usa mezzi termini e continua: “Nell’epoca dei satelliti e dei droni, ci sono uomini, donne e bambini migranti che nessuno deve vedere. Solo Dio li vede e ascolta il loro grido”. Nella Bibbia, ricorda, sono presenti questi luoghi che “assistono al dramma della fuga del popolo, che scappa dall’oppressione e dalla schiavitù. Sono luoghi di sofferenza, di paura, di disperazione, ma nello stesso tempo sono luoghi di passaggio per la liberazione, per il riscatto, per raggiungere la libertà e il compimento delle promesse di Dio”. In merito ricorda il salmo 77: “Sul mare la tua via / i tuoi sentieri sulle grandi acque”. E ancora, il 136: “Guidò il suo popolo nel deserto, / perché il suo amore è per sempre”.