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Papa Francesco, i politici cristiani siano esempio di speranza per i giovani contro pessimismo e cinismo

L'udienza ai partecipanti all'incontro annuale dell’International Catholic Legislator Network

Papa Francesco e i membri del ’International Catholic Legislator Network |  | Vatican Media
Papa Francesco e i membri del ’International Catholic Legislator Network | Vatican Media
Il rappresentate delle vittime della esplosione al porto di Beirut |  | Vatican Media
Il rappresentate delle vittime della esplosione al porto di Beirut | Vatican Media
Il Papa e il sindaco di Barcellona Jaume Collboni Quadrado |  | Vatican Media
Il Papa e il sindaco di Barcellona Jaume Collboni Quadrado | Vatican Media

Cosa significa essere un politico cristiano? La domanda che si pongono i membri dell’International Catholic Legislator Network, trova risposta nelle parole di Papa Francesco che questa mattina ha ricevuto i partecipanti al quindicesimo incontro annuale dell'organizzazione. Patrono il Cardinale Christoph Schönborn  di Vienna e presidente Christiaan Alting von Geusau.

Il tema dell'incontro che si svolge a Frascati “Il mondo in guerra: crisi permanenti e conflitti – Cosa significa per noi?” offre a Papa Francesco l'occasione per proporre alcuni idee a cominciare dalla rinuncia "alla guerra come mezzo per risolvere i conflitti e stabilire la giustizia". Non più quindi "ingerenza umanitaria" come ai tempi Giovanni Paolo II anche perché "l’enorme capacità distruttiva degli armamenti contemporanei ha di fatto reso obsoleti i tradizionali criteri di limite della guerra". Serve "vedere l’abisso di male che sta nel cuore della guerra e per decidere con ogni possibile mezzo di scegliere la pace".

Una pace che si fonda sulla "perseveranza e pazienza" con "una rinnovata fiducia nelle strutture della cooperazione internazionale" che hanno però sempre bisogno di riforme per "sostenere il diritto umanitario internazionale" con "basi giuridiche sempre più solide".

Ma è ovvio che la conflittualità nel mondo contemporaneo ha radici nella frammentazione e disgregazione della società che nascono dal "conflitto più profondo, presente nel cuore dell’uomo".

Conflitti che anche se sono inevitabili a volte si possono risolvere "in uno spirito di dialogo e di sensibilità nei confronti degli altri e delle loro ragioni, e in un comune impegno per la giustizia nel perseguimento del bene comune".

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Conclude il Papa: "il nostro mondo, stanco della guerra, ha bisogno di rinnovare lo spirito di speranza che ha portato a fondare le strutture di cooperazione a servizio della pace all’indomani della seconda guerra mondiale". Ai politici cristiani il Papa chiede "di essere testimoni di speranza, specialmente nei confronti delle nuove generazioni" perché per loro è importante "vedere modelli di speranza e ideali che contrastino i messaggi di pessimismo e cinismo a cui sono così spesso esposti!

Insomma, per noi che viviamo in un mondo in guerra, con permanenti crisi e conflitti, si tratta di trovare sapienza e forza per vedere oltre le nubi, di leggere i segni dei tempi e, con la speranza generata dalla fede, ispirare altri, specialmente i giovani, a lavorare per un domani migliore".

Tra i presenti anche il rappresentante delle vittime della esplosione al porto di Beirut del 2020.

In mattinata il Papa ha ricevuto anche il Sindaco di Barcellona Jaume Collboni Quadrado. 

 

 

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