Le situazioni affrontate invece sono situazioni tutte ancora sulla frontiera: la frontiera tra declino e riscatto, tra isolamento e integrazione, tra identità tramandata e identità da reinventare. Non sono insomma belle storie, ma belle scommesse, tutte affrontate con passione e con slancio, ma ancora scommesse aperte. Non sono borghi da cartolina, dunque. Sono borghi che stanno costruendosi un futuro tra senso di appartenenza e proiezione nella modernità ma che devono fare i conti con tante criticità tipiche di tanti comuni delle aree interne (sono oltre 5.000 su 8.000 i comuni con meno di 5.000 abitanti ed in essi vivono più di 13.000.000 di italiani).
In alcuni casi di contesti più popolati la criticità è quella di garantire i servizi essenziali, a partire da quelli sanitari. In altri l’insufficienza o inefficienza di infrastrutture che rendono condizionante l’isolamento geografico. Ma in cima all’elenco delle criticità c’è il tema della connessione, che è per tutti la vera porta verso il futuro”.
In quale modo la mostra si inserisce nel tema del Meeting, dal titolo ‘Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo’?
“Nel manifesto di questa edizione del Meeting leggiamo: ‘In un mondo dinamico e tecnologicamente avanzato come il nostro, in cui le distrazioni pervadono le nostre vite, sentiamo forte l’urgenza di scoprire ciò che conta veramente nella vita... Cos’è essenziale per essere umani, per rimanere umani, per diventare sempre più umani di fronte alle atrocità che si presentano sulla scena globale, di fonte alle sfide del cambiamento climatico, di fronte agli sviluppi tecnologici nella scienza, nella medicina, nella vita quotidiana, di fronte ad un mondo sempre più invaso dai dati e dall’informazione e tuttavia sempre meno capace di decifrarli?’
Ecco, in un’antropologia postmoderna che orienta le comunità degli uomini a organizzarsi attorno alle esigenze di una vita liquida, fatta di relazioni umane fragili e frequentemente scomponibili, di rapporti virtuali più significativi e costanti di quelli reali e di prossimità, le piccole comunità possono essere ancora la pietra di scandalo del sistema globale e indicare strade e percorsi da percorrere o ripercorrere”.
In quale modo i borghi possono essere attrattivi?
“I borghi e i piccoli paesi che si trovano spesso a vivere senza paura una condizione di passaggio «tra il non più e il non ancora». Quan- do accade e qualche paese piccolo resiste e continua a vivere reiventandosi, è per merito di giovani istruiti e di gruppi di cittadini organizzati, di amministrazioni attive e con- sapevoli che non voltano le spalle al mondo così com’è adesso. Borghi o non borghi, i paesi possono salvarsi e tornare attrattivi. Non tutti, ma solo così. Cambiare, per restare vivi. Quello che proponiamo nella mostra sono parabole di rinascita dal basso. E’ l’incontro con un’Italia plurale, ricca di diversità, culturali, linguistiche e anche urbanistiche”.
Tra i molti borghi italiani c’è anche il modello ‘Muccia’, nel Maceratese, colpita dal sisma del 2016: in cosa consiste?
“Otto anni sono tanti per una piccola comunità. In otto anni corrono le età di tutti, dagli anziani agli adulti, ai più piccoli. Per chi è nato e cresciuto in un fazzoletto di terra il rischio di sfaldare un’identità è altissimo. Dopo la bomba del terremoto delle Marche del 2016, lo svuotamento dei borghi delle zone colpite dal sisma ha fatto il paio con le lentezze pachidermiche della ricostruzione e con le difficoltà dell’emergenza Covid. In termini concreti vuol dire il lavoro da cercare altrove e un tetto che lontano da qui è più sicuro, con la costante che il terremoto oltre che distruggere le abitazioni disgrega i legami sociali.
Muccia, borgo delle Marche (provincia di Macerata), tra i più colpiti dal sisma è un’eccezione. Ad accendere una speranza, e a farlo prima che fosse troppo tardi, è stata la nuova scuola di istruzione primaria e dell’infanzia ‘Edmondo. De Amicis’, realizzata in 150 giorni grazie ai fondi e alla supervisione di Fondazione Bocelli: 150 giorni, 5 mesi:
‘Quando Andrea Bocelli Foundation è arrivata a Muccia la situazione del paese e della comunità post sisma era ancora molto grave, spiega Laura Biancalani, direttore generale della fondazione, gran parte della popolazione era sfollata sulla costa adriatica e l’altra parte viveva nei container’. Eppure, riconosce, ‘la comunità che abbiamo trovato era unita e resiliente ed ha accolto la proposta di Abf di rinunciare ai fondi pubblici per la ricostruzione della scuola, per avere una struttura attiva in 150 giorni, una struttura che squarcia la zona rossa tuttora attiva, che ha ripristinato il concetto di piazza con la possibilità di attività comunitarie sia negli spazi antistanti che interni alla scuola’.
La struttura è stata consegnata al Comune nel 2019, proponendosi come un luogo integrato con la comunità, perché con essa progettata. Il lavoro partecipato sulla scuola, unitamente ad ‘una prospettiva pedagogica innovativa basata su arte, musica e digitale, hanno convinto molte persone a rimanere, sottolinea Biancalani, ed a credere nella ricostruzione in un luogo in cui ancora oggi il centro storico è zona rossa’. La scuola è diventata motore e luogo di feste, festival, summer camp, rianimando tutto il paese”.
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Ma i borghi riusciranno a fare ‘rete’?
“Nella mostra portiamo l’esempio dei comuni della Valle dell’Aniene, un’area dal grande valore naturalistico e storico su cui gravitano ben 31 comuni, che combattono una loro battaglia per trattenere i giovani dall’inevitabile attrazione della metropoli che dista appena 40 chilometri, anche se su quei pochi chilometri pesano le complicazioni di infrastrutture inadeguate e vecchie. La sfida è dunque quella di aprire nuovi percorsi e nuove opportunità. Per questo i Comuni si sono alleati: nel 2022 è stata costituito un ente denominato ‘Vamos’, acronimo che sta per Valle Aniene e Monti Simbruini, al quale hanno aderito 21 comuni e 16 imprese che si sono impegnati intorno a quattro cluster di intervento: turismo outdoor, turismo culturale ed identitario, eventi culturali ed artistici e infine salute, enogastronomia e turismo rurale”.