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Papa Francesco: "Il pane celeste ci è più che necessario"

“Il pane vivo e vero – ha concluso il Pontefice - non è un qualcosa di magico, che risolve di colpo tutti i problemi, ma è lo stesso Corpo di Cristo"

Papa Francesco |  | Vatican Media Papa Francesco | | Vatican Media

Davanti a Gesù che si offre come nostro cibo oggi noi “ci poniamo con meraviglia e con gratitudine davanti al miracolo dell’Eucaristia”. Lo ha detto il Papa, stamane, nell’introduzione all’Angelus domenicale.

Il primo stato d’animo – ha spiegato - è “la meraviglia perché le parole di Gesù ci sorprendono. Gesù sempre ci sorprende. Il pane dal cielo è un dono che eccede ogni aspettativa. Carne e sangue sono l’umanità del Salvatore, la sua stessa vita offerta come nutrimento per la nostra. E questo ci porta al secondo atteggiamento: la gratitudine, perché riconosciamo Gesù lì dove si fa presente per noi e con noi. Il Cristo, vero uomo, sa bene che bisogna mangiare per vivere. Ma sa anche che questo non basta. Dopo aver moltiplicato il pane terreno prepara un dono ancora maggiore: Lui stesso si fa vero cibo e vera bevanda”.

Il pane celeste, che viene dal Padre, è il Figlio fatto carne per noi. Questo alimento – ha detto ancora Papa Francesco - ci è più che necessario, perché sazia la fame di speranza, fame di verità, fame di salvezza che tutti noi sentiamo non nello stomaco, ma nel cuore Gesù si prende cura del bisogno più grande: ci salva, nutrendo la nostra vita con la sua, per sempre”.

Il pane vivo e vero – ha concluso il Pontefice - non è un qualcosa di magico, che risolve di colpo tutti i problemi, ma è lo stesso Corpo di Cristo, che dà speranza ai poveri e vince l’arroganza di chi si abbuffa a loro danno”.

Dopo aver recitato l’Angelus il Papa ha ricordato la beatificazione nella Repubblica Democratica del Congo di tre missionari saveriani italiani e di un sacerdote congolese uccisi nel 1964. “Preghiamo per le strade di pace – ha concluso Papa Francesco - che si possano aprire in Medio Oriente, Ucraina, Myanmar e ogni zona di guerra”. Il Papa ha auspicato “impegno di dialogo e negoziato, astenendosi da azioni violente”.

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