Roma , martedì, 20. agosto, 2024 16:00 (ACI Stampa).
“Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito che qualcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia implorato il tuo patrocinio e domandato il tuo aiuto, e sia rimasto abbandonato. Sostenuto da questa fiducia, mi rivolgo a te, Madre, Vergine delle vergini. Vengo a te, con le lacrime agli occhi, colpevole di tanti peccati, mi prostro ai tuoi piedi e domando pietà. Non disprezzare la mia supplica, o Madre del verbo, ma benigna ascoltami ed esaudiscimi”. In ognuno di noi le parole di questa antica preghiera risuonano forti nella memoria e, soprattutto, nel cuore. Sono state scritte da San Bernardo da Chiaravalle, il tenero cantore della Vergine Maria.
Monaco, asceta e mistico, San Bernardo (1090 -1153) è stato il riformatore dei Cistercensi. Grande consigliere di Papi e Vescovi, di Re e Principi; guida spirituale ed educatore di generazioni di santi. San Bernardo rappresenta una delle figure di santità più importanti. E il suo legame con la Vergine rappresenta uno dei caratteri principali della sua spiritualità. Si narra che Bernardo fosse così amante della Vergine Maria che, tutte le volte che passava davanti alla sua immagine, la salutava dicendogli “Ave Maria”. Un giorno la Madonna rispose all’invocazione di Bernardo con lo stesso saluto: “Ave, Bernardo”.
Bisogna precisare che gli scritti di San Bernardo sulla Madonna non sono molti ma tutti esprimono un affetto, un rapporto filiale, profondo: verrà chiamata da lui stesso “mediatrice di grazie”. Nel suo testo “Lodi della Vergine Madre” il Santo scriveva: “Ma c’è ancora una cosa da ammirare in Maria, la verginità unita alla fecondità. Non si è mai sentito dire che una donna fosse insieme madre e vergine. Oh, se riflettessi anche di chi è madre, fin dove salirebbe la tua ammirazione per la sua grandezza? Non ne concluderesti che la tua ammirazione non potrà mai essere adeguata? Non la giudicherai forse, anzi la Verità stessa non la giudicherà degna di essere esaltata al di sopra degli stessi cori Angelici, lei che ha avuto Dio per figlio? Non osa forse Maria chiamare figlio colui che è Dio, e Signore degli Angeli?”. Parole che esprimono una devozione profondissima alla Madre di tutti.
In un’altra preghiera meno conosciuta del famoso “Memorare”, San Bernando scrive: “Se si alzano i venti della tentazione, se t’imbatti negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se sei sbattuto dalle onde della superbia, dell’ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria. Se l’ira o l’avarizia o le lusinghe della carne hanno scosso la navicella del tuo animo, guarda Maria. Se turbato dalla enormità dei peccati, confuso dalla indegnità della coscienza, impaurito dall’orrore del giudizio, tu cominci ad essere inghiottito nel baratro della tristezza, nell’abisso della disperazione, pensa a Maria” .
Si deve a lui l’introduzione nei monasteri cistercensi, poi ripresa anche da altri ordini religiosi, di chiudere la giornata con il canto alla Madonna.