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E-state in chiesa. I cammini e i pellegrinaggi

Un viaggio tra i cammini e i pellegrinaggi più famosi: camminare con Dio.

Il cammino di Santiago di Compostela | Il cammino di Santiago di Compostela | Credit Fb Cammino di Santiago Il cammino di Santiago di Compostela | Il cammino di Santiago di Compostela | Credit Fb Cammino di Santiago

Si sa, l'estate è sempre un momento di ristoro dal trambusto quotidiano. Cessare, almeno per qualche giorno, il lavoro, è abitudine – almeno per i più – assai diffusa. Chi preferisce un bel viaggio lontano, chi magari qualche meta vicina. Ultimamente, visti i magri tempi, dipende molto dalla disponibilità economica, non possiamo nascondercelo. Ma sono molti, ormai, che decidono, invece, di cogliere questo momento per potersi dedicare, magari, ad attività che – durante l'anno – non si ha tempo di coltivare. E per fare questo, non è proprio indispensabile lasciare la propria città. L'importante è rigenerare lo spirito. Certo, coniugare mente e spirito, in Italia, non è tanto difficile. La nostra terra, il famoso “belpaese”, ci fornisce davvero delle occasioni speciali, e – molte volte – uniche nel panorama europeo. 

AciStampa, allora, vi propone un tour immaginario in queste mete che vedono la bellezza coniugarsi con la apiritualità: chiese, conventi, chiostri, che nella natura - vicino al mare, o in montagna - sono ricchi di storia.

In questa ultima puntata, cerchiamo di approfondire il tema dei cammini, dei pellegrinaggi. 

Il cammino, nell'immaginario collettivo, muove sempre nell'animo diverse immagini, sentimenti, rimandi. Lo sapeva bene lo scrittore Henry David Thoreau che scrisse: “Sono allarmato quando capita che ho camminato un paio di chilometri nei boschi solo con il corpo, senza arrivarci anche con lo spirito.” Camminare, infatti, per molti non è solo azione del corpo, ma soprattutto dello spirito. Il cammino rappresenta un movimento dell'anima verso la scoperta: non solo di luoghi mai visti, ma di sé stessi. Un viaggio che percorriamo attraverso strade, vie, pellegrinaggi, ma che - in fondo - dietro conservano il sapore della scoperta di sé stessi. Noi, allora, cercatori del silenzio, dell’ascolto di sé (e dunque, di Dio), attraversiamo paesaggi della natura che riescono a donarci uno strumento per poter mettere in pratica tutto ciò. 

Così come accade a chiunque abbia intrapreso il famoso “Cammino di Santiago de Compostela”. Come un po’ quasi tutti i cammini ha origine nel Medioevo. Il lungo percorso è lo stesso che i pellegrini del Medioevo intraprendevano, attraverso la Francia e la Spagna, per raggiungere il santuario di Santiago de Compostela, presso cui ci sarebbe la tomba dell'Apostolo Giacomo il Maggiore. È una rotta percorsa ininterrottamente fin dal IX secolo, epoca a cui risale la scoperta della tomba di San Giacomo il Maggiore, uno tra i più intimi degli apostoli di Gesù. La tradizione ci parla dell’apparizione di una stella su un campo presso un colle chiamato Libredòn, che indicò ad un eremita del tempo il luogo ove giacevano, dimenticate da secoli, le reliquie del santo. Da tutto ciò deriva il nome della città: Santiago (contrattura iberica di San Giacomo) de Compostela (del campus stellae) a ricordo di quella stella che, come la cometa guidò i Magi a Betlemme, indico a Pelayo (l’eremita) il luogo del sepolcro. Il cosiddetto Cammino Francese, è quello che parte dalla città di Saint-Jean Pied de Port, sul versante francese dei Pirenei, attraversa le regioni di Navarra, La Rioja, Castiglia, Léon e la Galizia. Il percorso è lungo circa 800 km ed è tradizionalmente suddiviso in 25 tappe circa, disposte lungo terreni generalmente sterrati tra boschi ed altipiani.

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E poi, c'è l'altrettanta famosa Via Francigena che prevedeva il pellegrinaggio a Roma, per far visita alla tomba dell'apostolo Pietro: era nel Medioevo una delle tre “peregrinationes maiores”, insieme alla visita alla Terra Santa e a Santiago di Compostela. Il nome “Francigena” sta a indicare la via o le vie che “dalla Terra dei Franchi” consentivano ai pellegrini d'oltralpe di giungere a Roma. L'ingresso in Italia presso i valichi alpini portava i pellegrini lungo le strade consolari e sull'Appia, per giungere a Roma in preghiera, ma in seguito alla diffusione del “diario di Sigerico”, i pellegrini cominciarono a ripercorrerne le tappe svolte dal vescovo di Canterbury, nominato nel 990 da Papa Giovanni XV. In questo diario, Sigerico racconta 80 località da lui attraversate da Canterbury fino a Roma, per ricevere l'investitura. Da questo diario, nasce il cammino della via francigena.  Il tragitto originario, quello da Canterbury a Roma, era di 1600 chilometri. Era un vero e proprio atto di fiducia in Dio, visto la pericolosità del percorso, visto che esponeva i pellegrini a ogni sorta di pericolo, ad animali feroci, o alle intemperie.  Oggi, è un po’ tutto diverso. Naturalmente, non si corrono più i pericoli di un tempo e percorrere la via Francigena è piuttosto l'occasione per un rinnovato rapporto con la Natura, con sé stessi, con Dio.

Poi, troviamo il Cammino di San Benedetto che si estende per 300 km, attraversando il cuore dell’Italia. Si muove dall’Umbria, percorre tutto il Lazio e giunge vicino al confine con la Campania. Un itinerario di 16 tappe sulle tracce di san Benedetto da Norcia, che unisce i tre più importanti luoghi benedettini: Norcia, suo luogo natale; Subiaco, dove visse più di trent’anni e fondò numerosi monasteri; e Montecassino, dove trascorse l’ultima parte della vita. In questo “paradiso terrestre”, scrisse la Regola. Ci muoveremo per zone prevalentemente montuose, caratteristiche dell’Italia centrale. Norcia, posta ai piedi dei monti Sibillini, amata dagli appassionati di trekking e dai naturalisti. Sono innumerevoli i posti che possiamo incontrare durante questo cammino: Cascia, terra di Santa Rita, la “Santa degli impossibili”, per poi giungere a Roccaporena, dove Rita nacque. Da questo luogo, passiamo ai Monti Reatini, a Poggio Bustone, luogo che custodisce importanti memorie francescane. E poi, Rieti, città papale, fino a Subiaco, delizioso connubio tra storia, fede e arte. Nel Sacro Speco operarono alcuni tra i maggiori artisti del Trecento, e vi fu pellegrino anche San Francesco d’Assisi. Punto finale di tutto il cammino, l’abbazia di Montecassino, casa madre dell’Ordine benedettino.