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E-state in chiesa. Le chiese più belle immerse nel verde

Un viaggio estivo tra le chiese immerse nella natura

La chiesa dei Santi Nazario e Celso | La chiesa dei Santi Nazario e Celso | Credit pd La chiesa dei Santi Nazario e Celso | La chiesa dei Santi Nazario e Celso | Credit pd

Si sa, l'estate è sempre un momento di ristoro dal trambusto quotidiano. Cessare, almeno per qualche giorno, il lavoro, è abitudine – almeno per i più – assai diffusa. Chi preferisce un bel viaggio lontano, chi magari qualche meta vicina. Ultimamente, visti i magri tempi, dipende molto dalla disponibilità economica, non possiamo nascondercelo. Ma sono molti, ormai, che decidono, invece, di cogliere questo momento per potersi dedicare, magari, ad attività che – durante l'anno – non si ha tempo di coltivare. E per fare questo, non è proprio indispensabile lasciare la propria città. L'importante è rigenerare lo spirito. Certo, coniugare mente e spirito, in Italia, non è tanto difficile. La nostra terra, il famoso “belpaese”, ci fornisce davvero delle occasioni speciali, e – molte volte – uniche nel panorama europeo. 

AciStampa, allora, vi propone un tour immaginario in queste mete che vedono la bellezza coniugarsi con la apiritualità: chiese, conventi, chiostri, che nella natura - vicino al mare, o in montagna - sono ricchi di storia.

Continuiamo il nostro viaggio tra le chiese immerse nella natura, nel verde.  

Là fuoresce il tritone/ dai flutti che lambiscono/ le soglie d’un cristiano/ tempio, ed ogni ora prossima/ è antica”. Il “cristiano tempio” a cui fa riferimento Eugenio Montale, nella sua “Portovenere” è la Chiesa di San Pietro. E, visto il Santo di cui porta il nome, possiamo ben dire che questa chiesa, ha le sue fondamenta davvero nella roccia. E’ situata sulla punta estrema del golfo della Spezia, in Liguria. Posta lì, su quella roccia, è davvero imponente e – alo stesso tempo – fornisce al luogo un’aurea di sacralità. E’ stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità, dall’UNESCO. Le origini della costruzione sono antichissime. Risalgono al V secolo, anche se nel corso dei secoli, ha subito vari interventi, divenendo un perfetto esempio di arte gotico-genovese. Nel 1494, fu soggetta a un grave incendio. Il restauro della chiesa è relativamente recente, dal 1929 al 1934. 

Dalla Liguria, ci spostiamo in Piemonte. Una leggera brezza spira: un po' di sollievo dal torrido caldo. Siamo a Montechiaro d'Asti, in Piemonte. E' la chiesa dei Santi San Nazario e Celso, edificata in una zona rurale, in cima ad una collina. Tipica chiesa romanica di campagna, che una volta apparteneva al Castello di Mairano. La chiesa di San Nazario risale all’XI secolo, ma è stata pesantemente danneggiata intorno alla metà del XIX secolo. Ha ancora eleganti decorazioni alle finestre e alle porte, così come presso l’abside semicircolare. Il suo alto campanile con i colori policromi – grazie all’uso alternato di mattoni e arenaria – svetta in cima a questa collina, e sembra quasi toccare il cielo con la sua piccola croce posta all’estremità più alta. 

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Spostiamoci nel Veneto, nel bel Veneto, ricco di fede e tradizioni. Di verde e cieli azzurri. Ci troviamo nella provincia di Verona: si erge qui il Santuario Madonna della Corona che sorge aggrappato sulla roccia dei monti che lo circondano, a 774 metri sul mare e a strapiombo sulla valle dell’Adige. Alcuni documenti medievali, attestano che già intorno all’anno mille, nell’area del Baldo, vivevano degli eremiti legati all’Abbazia di San Zeno in Verona, e che almeno dalla seconda metà del 1200 esistevano un monastero ed una cappella dedicata a S. Maria di Montebaldo. Tra il 1434 ed il 1437 S. Maria di Montebaldo, passò in proprietà ai Cavalieri di San Giovanni, o del Santo Sepolcro (presenti a Verona dal 1362), che conservarono la proprietà del Santuario fino allo scioglimento con provvedimento napoleonico nel 1806. A questo periodo sembra risalire il gruppo in pietra della Pietà poi venerata come Madonna della Corona. Alta 70 centimetri, larga 56 e profonda 25, la statua è in pietra locale dipinta. La statua poggia su un piedistallo recante la scritta “HOC OPUS FEClT FIERI LODOVICUS D CASTROBARCO D 1432”. Suggestiva la “scenografia” di circa 167 tavolette, gli ex-voto dei fedeli, lasciate lungo la parete destra del santuario. La più antica risale al 1547.

A 15 km dalla città di Aosta, si trova la chiesa di Saint-Nicolas, San Nicola. La chiesa, risale al 1796, ed è costituita da un’unica aula, a due absidi semicircolari laterali e il presbiterio semicircolare. Il campanile, risalente al XIV o XV secolo , è costituito da una torre quadrata in pietra intonacata,ornata di archetti pensili ai due ultimi piani. La guglia risale al XVIII secolo. Di particolare interesse è il crocifisso ligneo posto in alto all'arco trionfale ed il Tabernacolo ligneo del XVIII secolo.