Città del Vaticano , venerdì, 5. febbraio, 2016 9:00 (ACI Stampa).
Nel messaggio per la Quaresima in queesto anno della misericordia Papa Francesco chiede che si riscoprano le "opere di misericordia" sia spirituali che corporali. Ne abbiamo parlato con il Penitenziere maggiore, il cardinale Mauro Piacenza
Le opere di misericordia spirituale e corporale: quelle corporali le conosciamo un po’ tutti, quelle spirituali sarebbe il caso di rileggerle perché le conosciamo meno. Ce n’è proprio una riguardo la confessione, quella di ammonire i peccatori. Ai nostri orecchi moderni suona un po’ strano…
"È quello che nelle comunità è sempre stato chiamato anche come la correzione fraterna. Questo è molto importante perché naturalmente è difficile perché bisogna saperlo dire, saper fare. C’è chi ha il compito specifico, tutti gli educatori hanno questo compito. Direi che è una delle espressioni maggiori di carità, anche perché è molto più difficile per la persona che deve esercitarlo. Quindi studiare il carattere della persona che va corretta, il momento, la situazione, eccetera. Però direi ci interpella tutti, anche perché a monte di questa difficoltà sta anche il fatto di opporre troppo nella opinione comune verità e carità, dovere e dolcezza, legge e misericordia. Invece sono tutti elementi che vanno coniugati.
Quando si sente dire: più che una mamma sono una amica, vuol dire che sei una pessima amica, perché tu se sei mamma devi essere mamma. La mamma è sempre amica, è la più grande amica dei figli e il papà ugualmente. E così il sacerdote deve essere il papà ovviamente della sua comunità, ma proprio per esercitare la sua paternità deve saper ammonire quando è il momento giusto per ammonire".
Perché non basta celebrare il Giubileo a casa, perché è bene recarsi ad una porta Santa? Questa sarà l’occasione per riscoprire Faustina Kowalska e i testi di Giovanni Paolo II?