Giakarta , lunedì, 19. agosto, 2024 14:00 (ACI Stampa).
Prima ancora dall’Abrahamic Center di Abu Dhabi, c’era già un quartiere dove si trovavano vicinissime una Moschea ed una cattedrale. Era a Jakarta, in Indonesia, nel Paese islamico più grande del mondo, dove lo moschea di Istiqlal, la cui costruzione è cominciata nel 1954, sorge in prossimità della cattedrale cattolica. Tanto che tra i due edifici c’è un tunnel, un collegamento diretto che passa sotto le strade che le separano, e che il presidente Joko Widodo ha chiamato “il tunnel della Fraternità”.
Fraternità definita in senso pratico, tanto che il parcheggio della cattedrale è prestato alla moschea in occasione della festività islamiche e lo stesso fa la moschea con la cattedrale. Fraternità definita in senso artistico, considerando che il tunnel sarà presto decorato con opere di arte, a sottolineare la speranza dello sviluppo di una collaborazione fraterna e dialogo interreligioso nell’arcipelago.
Basta solo questo a rendere la visita di Papa Francesco nella moschea altamente simbolico, considerando anche il modo in cui il Papa ha promosso il dialogo interreligioso e gli sviluppi dell’enciclica “Fratelli Tutti”, nonché il Comitato per la Fraternità Umana cui partecipa la Santa Sede.
Ma quale è la storia della moschea? Fu progettata nel 1954 da un architetto cristiano, Frederich Silaban, che veniva dal Nord Sumatra, e la sua costruzione impiegò 17 anni, supervisionata personalmente dall’allora presidente Sukarno.
La moschea rispondeva all’esigenza di avere una Moschea nazionale, ispirata dal leader musulmano KH Wahid Hashim e messa in atto dall’allora ministro per gli Affari Religiosi Cokro Aminoto. Istiqlal, infatti, significa “indipendenza” in arabo, e sta a ricordare la lotta dell’Indonesia per l’indipendenza nazionale.