Shanghai , venerdì, 2. agosto, 2024 10:00 (ACI Stampa).
Oggi il ruolo del nunzio apostolico, l’ambasciatore del Papa presso i vari governi, è ben definito. Il nunzio ha sia il compito di selezionare i possibili candidati all’episcopato tra il clero locale che quello di mantenere relazioni bilaterali con i governi, rappresentando la Santa Sede e la voce del Papa. È meno noto, però, che il ruolo del nunzio si sia definito in maniera più sistematica nel XVII secolo. E che la figura del nunzio, nata come quella di rappresentante della Santa Sede verso altre confessioni religiose, si sia strutturata in questo modo diplomatico e pastorale proprio in un contesto missionario, e in particolare nell’ambito di Propaganda Fide, la congregazione nata nel 1622 per evangelizzare i popoli, e per questo dotata di autonomia e persino di un patrimonio.
A gettare luce su questi dettagli, di certo non secondari, è uno studioso cinese, Francesco Rui Zhang, che insegna presso l’Università di Shanghai ma che si è formato in Italia, in uno studio intitolato: “Propaganda Fide e il Ruolo dei Nunzi Apostolici nel Primo Periodo Moderno: il caso della Cina”. Zhang, che ha dedicato una poderosa monografia al primo inviato papale in Cina, l’arcivescovo Maillard de Tournon, prende le mosse proprio da quel suo lavoro per andare a guardare quale fosse la ratio alla radice dell’utilizzo dei nunzi per l’evangelizzazione.
Zhang spiega che l’idea alla base era quella della Controriforma, con la necessità di riaffermare l’autorità del Papa sulle attività missionarie che erano precedentemente dominate dai poteri secolari europei con l’utilizzo del sistema del patronato. Un sistema, in realtà, ben presente ancora nel XX secolo, e definitivamente scardinato dalla lettera apostolica di Benedetto XV Maximum Illud e dal più geniale interprete delle indicazioni della lettera, il legato apostolico, e futuro cardinale, Celso Costantini.
Stiamo però divagando, ora. La appena stabilita Propaganda Fide diede subito incarico ai nunzi apostolici – un corpo quasi completamente composto da italiani – di raccogliere informazioni e stabilire diretti contatti tra e con gli Stati cattolici e i territori missionari. E così i nunzi non solo misero in atto attività di natura religiosa, ma servirono anche come diplomatici e rappresentanti del Papa, dotati di particolari poteri e facoltà.
Zhang nota che “la nuova Congregazione chiese a tutti gli ordini religiosi di riconoscere la sua giurisdizione e di promuovere sacerdoti indigeni per creare una gerarchia diocesana in tutti i territori di missione della Chiesa cattolica”, e per questo serviva “stabilire un contatto tra la Curia romana e le periferie missionarie che avrebbero permesso alla macchina amministrativa di funzionare e assicurare un regolare flusso di informazioni che potesse essere utile per lo sviluppo e l’implementazione dei progetti apostolici”.