Advertisement

Dalle diocesi, la giornata dedicata ai nonni e agli anziani

Si parla spesso degli anziani anche come importanti “strumenti di welfare”

Papa Francesco con gli anziani |  | Vatican Media Papa Francesco con gli anziani | | Vatican Media

Si parla spesso di anziani soprattutto in questo tempo estivo con temperature da record a causa della loro fragilità. Ma si parla spesso degli anziani anche come importanti “strumenti di welfare” accanto alle famiglie in particolari momenti della vita. Ai nonni e agli anziani è dedicata, per volontà di Papa Francesco, una giornata a livello mondiale che si celebra la quarta domenica di luglio, quindi domani per l’edizione 2024. 

Molte le iniziative in tante diocesi e parrocchie. Il caldo “eccezionale” di questi giorni è “pericolosissimo per gli anziani. Ma molto di più lo è la solitudine”, dice l’arcivescovo di Foggia-Bovino, Giorgio Ferretti, evidenziando che “tutti stiamo facendo esperienza di temperature proibitive in questo periodo a Foggia e chi può va in vacanza o accende l’aria condizionata, ma molti anziani non hanno queste possibilità. Si registrano in questo periodo molte morti, talvolta per semplice disidratazione”. L’invito del presule è quello di “visitare un vicino di casa che vive solo, suonare il campanello per fare un saluto, passare a vedere come sta, se ha bisogno di qualcosa, può salvare una vita. Ed è importante vigilare: se il nostro vicino anziano ha le finestre sempre chiuse, oppure non vediamo mai le luci accese o non sentiamo il rumore della televisione, bussiamo alla porta di casa per accertarci delle sue condizioni. La compagnia, anche se breve, per chi è solo, è una medicina dal grande potere, può salvare la vita!”. Il vescovo chiede alle parrocchie di organizzarsi per visitare, con i loro gruppi, le RSA e le case di riposo, dove è “più forte la solitudine”.

A Pavia il Vicario generale mons. Luigi Pedrini ha inviato a tutti i parroci il materiale messo a disposizione dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita per animare la giornata. Ogni parrocchia inserisce la giornata e la celebra in modo diverso come la celebrazione di una liturgia eucaristica dedicata agli anziani e ai nonni e la visita agli anziani soli per consegnare il messaggio di papa Francesco. L’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Maurizio Aloise invita figli e nipoti ad esprimere “con più gioia la nostra tenerezza ai nonni e agli anziani delle nostre famiglie”, a visitare coloro che sono “sfiduciati e non sperano più che un futuro diverso sia possibile”. “Molti di noi – scrive - non hanno conosciuto di persona i propri nonni e di loro abbiamo un ricordo lontano o un’immagine che proviene dai racconti di mamma e papà, ma in tanti altri, invece, la memoria e l’attenzione è viva. Siete con noi e siete i nostri angeli custodi!”. E poi il grazie per “quello che siete stati e siete tuttora per noi”. Nella diocesi di Acerenza, ieri - memoria liturgia dei Santi Gioacchino ed Anna - la peregrinatio della Sacra Immagine di Sant’Anna e Maria Bambina. Nella stessa giornata l’arcivescovo Francesco Sirufo, ha incontrato i nonni e gli anziani della Casa di riposo A. D’Alessio e gli ammalati del Centro di riabilitazione Don Carlo Gnocchi di Acerenza.

A Loreto celebrazioni iniziate ieri con un concerto in onore dei nonni e degli anziani. Oggi, in serata, la recita del Santo Rosario e una fiaccolata con preghiera per i nonni e gli anziani mentre domani celebrazione eucaristica presieduta dal card. Enrico Feroci, rettore del santuario Santa Maria del Divino Amore a Roma. A Roma la celebrazione sarà nella parrocchia di san Gioacchino in Prati presieduta dal vescovo ausiliare di Roma Dario Gervasi.

Dovremmo imparare dagli occhi dei nonni a riconsiderare la bellezza di questa età che pur nella sua fragilità, chiede di esprimere ancora un grande investimento sul futuro”, scrive il vescovo di Rieti Vito Piccinonna in un messaggio aggiungendo che anche quando “manifestano, in tanti casi, una fragilità estrema, una malattia degenerativa o ancora una memoria sempre più labile, resta ferma una verità incancellabile: loro rappresentano le nostre radici. E queste radici continuano misteriosamente, anche dopo la loro morte a nutrire la nostra vita. Si chiama biografia. È il miracolo di un amore che abbiamo ricevuto da loro e che mai riusciremo a dimenticare. Con il tempo forse dimenticheremo alcuni tratti del loro viso, ma mai scorderemo quando ci hanno regalato un cioccolatino o quando ci raccontavano le storie che meglio di tutte narrano non solo il nostro presente, ma anche il nostro futuro”.

Advertisement