Lecce , martedì, 23. luglio, 2024 12:00 (ACI Stampa).
A Lecce la comunità vincenziana ha organizzato il GREST nelle settimane dal
24 al 28 giugno e dal 1 al 5 luglio, in programma ad agosto anche alcuni appuntamenti scout.
Ad organizzare l’oratorio estivo conosciuto comunemente come Grest suor Rosa La
Duca, figlia della Carità di San Vincenzo de Paoli e direttore dell'oratorio della
parrocchia Santa Maria dell’Idria a Lecce, di cui Padre Carmine Madalese CM, il
parroco, è il presidente.
Un comunicato stampa ha descritto gli eventi. Per due settimane, tutti i pomeriggi dalle 16:30 alle 19:30, sono stati accolti i bambini dai sei agli undici anni: obiettivo del Grest era coinvolgere tutti questi bambini e da quest'anno coinvolgere come animatori gli adolescenti per avvicinarli alla parrocchia e responsabilizzarli.
Duplice quindi lo scopo: da un lato suscitare l’attenzione degli animatori che si sono sentiti per la prima volta responsabili e impegnati in parrocchia; dall’altro coinvolgere i bambini che aspettavano con ansia di venire a trascorrere pomeriggi insieme anziché rimanere a casa a giocare sul tablet o sul cellulare. Il tema del Grest è stato: “A gonfie vele”, che è quello indicato dall’ANSPI (Associazione Nazionale San Paolo Italia, associazioni di oratori e circoli) a cui appartiene l'oratorio. Il Grest è partito del fatto che il mare è spesso in tempesta: si incontrano sicuramente difficoltà ma tutti insieme si trova il modo di superarle.
Maria Grazia Bevilacqua, membro attivo dell’oratorio e animatrice del Grest,
commenta: “Ho notato che questi ragazzi non riescono proprio a socializzare, non
hanno l’input di fare amicizia, per stare insieme, creare gruppo, se non supportati
dall’uso dei cellulari, della tecnologia. Di questo me ne sono accorta sin dal primo
giorno, quindi per noi adulti è stato ancora più difficile: ci siamo imposti che ogni
giorno ad inizio Grest dovevamo posare i cellulari ed impegnarci in quello che dovevamo fare e a coordinarci tra di noi. Per i ragazzi è stato difficile, ogni tanto li vedevamo sofferenti, però ce l’abbiamo fatta e li abbiamo spronati e aiutati a socializzare. Hanno loro stessi riscontrato queste difficoltà e sono stati contentissimi di aver fatto amicizia tra di loro. Anche noi siamo state molto contente, avevamo un gruppo di 30 bambini ed una decina di ragazzi adolescenti che ci hanno aiutato come animatori. Devo dire la verità: tra famiglia e lavoro è stato molto impegnativo però sono davvero contenta e spero che abbiamo lasciato qualcosa di buono in loro”.