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Sarà il primo beato estone a coronare il centenario dell’amministrazione apostolica di Tallinn?

Prosegue la causa di beatificazione dell’arcivescovo Eduard Profittlich, che fu amministratore apostolico di Tallinn. Sembra che ormai il suo martirio verrà riconosciuto a breve

Profittlich | La targa commemorativa di Profittlich a Talllinn e un suo ritrato | Profittlich - pagina Facebook Profittlich | La targa commemorativa di Profittlich a Talllinn e un suo ritrato | Profittlich - pagina Facebook

L’ultima volta che fu visto in vista, l’arcivescovo Eduard Profittlich, gesuita, era in ginocchio nell’atrio della sua cattedrale, quella dei Santi Pietro e Paolo di Tallinn, in Estonia. Fu poi deportato nei gulag e della sua sorte non si seppe più nulla. È stato poi appurato che morì il 22 febbraio 1942, a 51 anni, nel carcere di Kirov, prima che potesse essere eseguita la sua condanna a morte. È un martire del XX secolo, e come tale è già riconosciuto. Ma manca un riconoscimento canonico. E pare proprio che questo avverrà presto, dopo che la Commissione dei Teologi del Dicastero per le Cause dei Santi si è espresso favorevolmente a dichiarare Profittlich un martire della fede.

La beatificazione di Profittlich, tedesco di origine, potrebbe – si spera – essere il culmine delle grandi celebrazioni per il centenario dell’Amministrazione Apostolica di Tallin. Nata nel novembre 1924, l’amministrazione apostolica di Tallinn è la più antica del mondo. La guida attualmente un vescovo, Philippe Jourdan, ma il piccolo gregge estone non ha mai raggiunto una struttura tale per cui si potesse stabilire una vera e propria diocesi.

Certo è che l’arcivescovo Georg Gaenswein, designato dal Papa nunzio nei Paesi baltici, si troverà da subito ad affrontare grandi eventi nella città. La beatificazione di Profittlich, in qualche modo, è provvidenziale. Anche Profittlich era tedesco, ed è bello che ci sia un nunzio proveniente dalla Germania – anche se Gaenswein non sarà il primo nunzio tedesco nei Paesi baltici – a vivere il momento.

Le iniziative su Profittlich si sono moltiplicate negli scorsi mesi. Il suo profilo è inserito tra i martiri del XX secolo in una raccolta pubblicata in Polonia. Mentre una lettera di Profittlich alla sua famiglia è stata invenuta recentemente. La lettera, datata 8 febbraio 1941, raccontava alla famiglia i rischi che l’arcivescovo avrebbe corso quando l’Unione Sovietica avrebbe annesso l’Estonia.

Profittlich scriveva che “è opportuno che un pastore rimanga con il suo gregge e condivida le sue gioie e i suoi dolori”. E aggiungeva: "So che Dio è con me. La mia vita, e se dovesse essere la mia morte, sarà vita e morte in Cristo. Ed è davvero molto bello”. La lettera giunse ai parenti solo molti anni dopo.

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Lo scorso 13 giugno, a Treviri, dove Profittlich aveva studiato prima di diventare gesuita, si è tenuto un grande convegno sulla sua figura. E c’è, in diocesi, una mostra dedicata all'arcivescovo Eduard Profittlich, che rimarrà aperta fino all'autunno.

Nato nel 1890, sacerdote dal 1922, il vescovo Profittlich aveva fatto gli studi nell’allora neonato Pontificio Istituto Orientale, fu missionario in Polonia dal 1924 al 1925 in Polonia, poi ad Opole, una città tedesca con una forte immigrazione polacca, dal 1928 al 1930 nella parrocchia polacca di Amburgo, sempre in Germania.

Nel 1930, fu nominato parroco della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo all’arcivescovo Antonio Zecchini. Nel 1931, Profittlich fu nominato amministratore apostolico di Estonia. E lì cominciò un grande lavoro di evangelizzazione, pubblicando il primo settimanale della Chiesa in lingua estone, che toccò soprattutto l’intellighentsia locale. Quindi, stabilì molte parrocchie in tutta l’Estonia, con l’aiuto anche di dieci sacerdoti cattolici e delle suore polacche e ceche. Profittlich lavoro molto per l’educazione della gioventù.

Nel 1936, dopo che era stato confermato lo status di amministrazione apostolica per l’Estonia, Profittlich fu nominato vescovo. Nel 1939 cominciò la Seconda Guerra Mondiale, e il vescovo Profittlich decise di rimanere in Estonia, anche dopo l’occupazione sovietica. Molti sacerdoti furono perseguitati, per tre volte Profittlich andò nell’ambasciata tedesca per avere dei visti su alcuni sacerdoti e suore cattolici di Germania imprigionata dai sovietici. Descrisse anche la situazione in una lettera al Papa. Tutto questo attivismo gli costò comunque l’arresto da parte dei sovietici.

Nel giugno 1941, Profittlich fu prelevato nel suo appartamento, appena fuori dalla cattedrale. E lui chiese di poter trascorrere un ultimo momento nella Chiesa, per rimanere vicino al tabernacolo per pregare. A sorpresa, i comunisti lo concessero. E così, Profittlich si inginocchiò davanti l’altare e pregò per la comunità cattolica di Estonia.

La notizia dell’arresto si diffuse subito, anche perché la mattina dopo il suo arresto c’era la Messa e la sua assenza si notò subito. Anche perché Profittlich aveva in pratica, costruito la Chiesa Cattolica in Estonia: quando arrivò nel Paese c’erano solo 2 preti, ma 10 anni dopo, nel 1939, c’erano 14 sacerdoti.

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